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martedì, 7 Ottobre, 2025
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Flotilla, altri 161 attivisti espulsi da Israele. Media: “Netanyahu ordinò attacchi, droni da sottomarino”

(Adnkronos) – Altri 161 attivisti della Global Sumud Flotilla, tra i quali 15 italiani, sono stati rilasciati nella giornata di ieri da Israele e atterrati ad Atene. Con il gruppo anche la svedese Greta Thunberg, che durante una conferenza stampa all'arrivo in aeroporto ha denunciato "maltrattamenti e abusi" subiti nelle prigioni di Tel Aviv, oltre alla "violazione del diritto internazionale impedendo che aiuti umanitari arrivassero a Gaza mentre si fanno morire di fame le persone". Secondo quanto reso noto dal ministero degli Esteri israeliano, rimangono quindi ancora detenuti in Israele 138 dei 470 attivisti fermati durante l'abbordaggio delle 43 imbarcazioni della Flotilla tra mercoledì sera e giovedì mattina della scorsa settimana. Intanto dai media Usa arrivano nuove accuse al premier israeliano. Benjamin Netanyahu avrebbe infatti approvato direttamente le operazioni militari contro due imbarcazioni della Global Sumud Flotilla all'inizio di settembre. A rivelarlo è la Cbsnews citando due fonti dell'intelligence americane informate sui fatti, che affermano che le forze israeliana l'8 e il 9 settembre avrebbero lanciato da un sottomarino droni e sganciato ordigni incendiari sulle barche che erano ormeggiate all'esterno del porto tunisino di Sidi Bou Said. Gli ordigni incendiari colpirono, l'8 settembre, la Family e il 9 settembre l'Alma, in entrambi i casi le fiamme furono domate velocemente dagli equipaggi e non vi furono feriti.   "C'è un genocidio in corso davanti i nostri occhi, un genocidio trasmesso in streaming in tutti i nostri telefoni. Nessuno ha il privilegio di dire che non sapeva quello che stava accadendo, nessuno in futuro potrà dire che non sapevamo: in base alla legge internazionale, gli Stati hanno l'obbligo legale di impedire e fermare un genocidio", quanto detto intanto da Greta Thunberg parlando ai giornalisti appena arrivata ieri all'aeroporto di Atene insieme agli altri attivisti della Global Sumud Flotilla rilasciati da Israele.  "Questo significa mettere fine alla complicità – ha continuato l'attivista svedese – applicare una vera pressione e mettere fine ai trasferimenti di armi. Noi non stiamo vedendo questo, non siamo vedendo neanche il minimo indispensabile da parte dei nostri governi'. Per questo, ha concluso, la Flotilla "ha agito quando i nostri governi non lo hanno fatto". 
I 15 italiani della Flotilla che erano rimasti in Israele sono decollati ieri alla volta di Atene per poi rientrare in Italia. "Sono tutti in ottime condizioni fisiche. Ringrazio tutto il nostro personale per il grande lavoro di assistenza svolto, sono fiero di guidare il Ministero degli Esteri"., le parole con l'annuncio della partenza in un post su X del titolare della Farnesina, Antonio Tajani. "Ci hanno insultato in aereo, noi eravamo da soli". Così Arturo Scotto, deputato del Pd, racconta intanto i dettagli della detenzione in Israele e poi il ritorno in Italia dopo la missione con la Flotilla. "La prima cosa che ho fatto appena tornato in Italia è andare al posto di polizia a denunciare l’esercito israeliano perché mi hanno fregato il telefono, me l’hanno sequestrato e mai restituito. Quindi, tecnicamente, si è trattato di un furto", dice a Un giorno da pecora su Rai Radio1. "I poliziotti sono stati molto solidali, così sono potuto andare a richiedere una copia della mia sim card telefonica. Ma la cosa che mi fa più rabbia è che mi abbiano fregato pure le sigarette, 8 pacchetti di Rothmans blu", racconta prima di ripercorrere le fasi dell'abbordaggio e descrivere la prigionia in Israele. "Ci hanno portato nel porto di Ashdod e poi in un hub militare, dove non c'era nessuno dell’ambasciata italiana né il nostro avvocato israeliano. Poi ci hanno perquisito 4 o 5 volte e ci hanno fatto firmare il foglio per il rimpatrio, a cui abbiamo apposto una postilla, dicendo che noi avevamo ag ito nel pieno del diritto internazionale. Il tutto, ricordiamolo, senza poter chiamare un avvocato. Quando ci hanno portato ai telefoni – prosegue- abbiamo scoperto che non avevano la linea…". Poi cosa è accaduto? "Siamo stati portati all’interno di una camionetta della polizia, nella quale veniva messa l’aria condizionata a palla, prima freddissima poi caldissima, veniva accesa e poi spenta continuamente la luce e veniva tenuto il motore acceso per fare più rumore. Dopo tre ore, sono sceso perché volevano farmi fare una foto con gli altri quattro parlamentari, poi di nuovo sulla camionetta per un’ora. Successivamente ci hanno chiesto di fare un video per dire che stavamo bene, richiesta a cui noi abbiamo risposto che non avremmo fatto nulla fin quando non ci avrebbero lasciato parlare col vice ambasciatore italiano". A quel punto cosa è successo? "Ci hanno messo in altre cellette, con lo stesso trattamento. Siamo andati in aeroporto per verificare i nostri bagagli, subito dopo ci hanno portato nuovamente in cella per poi tornare, stavolta definitivamente, in aeroporto, dove siamo riusciti a parlare col vice ambasciatore". Inutile il tentativo di far avere un caffè ai parlamentari: "Richiesta che però gli israeliani hanno rifiutato. Saliti finalmente su un aeroplano, con una piccola folla di persone che da terra ci insultava, ci sediamo negli ultimi posti del volo. A quel punto, il capitano del volo comunica a tutti i passeggeri che a bordo c’erano 4 parlamentari italiani della Flottiglia Hamas, così da provocare fischi e contestazioni. Eravamo noi, completamente soli, senza nessuno dell’ambasciata né addetti militari – conclude – con un ragazzino che per 3 ore passava davanti a noi urlandoci che eravamo terroristi ed amici di Greta". Per quanto riguarda la missione della delegazione italiana, è stata seguita fin dal principio da un gruppo di legali il cui intento è stato quello di "tutelare i diritti degli attivisti", spiega all'Adnkronos l'avvocato Francesca Cancellaro, del team legale della Sumud Flotilla, ricordando che i legali hanno "fatto due diffide e presentato un esposto. La prima diffida risale al 24 settembre, data in cui si richiedeva al Governo l'attivazione immediata delle comunicazioni diplomatiche, della protezione consolare e di ogni misura atta a tutelare i diritti dei partecipanti alla missione. Il 3 ottobre – continua l'avvocato – abbiamo presentato questo esposto presso la Procura di Roma volto a ottenere che la magistratura italiana assicuri l’attivazione dei procedimenti penali nei confronti dei responsabili dei ripetuti attacchi alla missione, a tutela dei diritti dei cittadini sequestrati e in difesa del principio di legalità internazionale". Cancellaro sottolinea che l'esposto presentato "tiene conto di qualsiasi violazione, dagli attacchi con i droni durante la navigazione fino ad arrivare al sequestro degli attivisti in acque internazionali che, poi, si è protratto". "L'ultima diffida è stata presentata ieri all'autorità diplomatica e consolare italiana ed europea per l’accertamento delle condizioni di detenzione delle persone illegalmente trattenute, l’adozione di ogni misura a tutela dei diritti e l’immediata interruzione di ogni relazione bilaterale con lo stato di Israele", dice Cancellaro. Il lavoro del team legale è "appena cominciato. Ci riserveremo ulteriori iniziative, anche perché d'ora in poi ci saranno nuovi scenari giuridici che dovranno tenere conto delle testimonianze e dei riscontri dei protagonisti", spiega l'avvocato. Cancellaro sottolinea che il team legale italiano ha "un collegamento diretto con gli avvocati che hanno assistito gli attivisti fin dalle prime ore, le più drammatiche, del sequestro". Quanto alle prossime mosse dei legali, Cancellaro risponde che il "panorama verrà arricchito in questi giorni. Dopo avere parlato con tutti i partecipanti faremo delle valutazioni. Che ci siano state delle violazioni del diritto è sotto gli occhi di tutti, ma dobbiamo dare una ricostruzione che sia giuridicamente fondata", conclude. 
—internazionale/[email protected] (Web Info)

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