(Adnkronos) – E' stato un’occasione di confronto tra istituzioni, mondo imprenditoriale e rappresentanze manageriali sulle priorità fiscali e sociali da affrontare nella prossima Legge di Bilancio e nelle future politiche pubbliche l'incontro “Fisco e welfare: proposte per una nuova stagione di crescita”, che ha visto a Roma dialogare Manageritalia e il viceministro dell'Economia Maurizio Leo. Ad aprire i lavori Marco Ballarè che ha spiegato come "per il nostro fisco la progressività non può trasformarsi in sproporzione. Oggi un libero professionista con redditi sotto i 100mila euro paga il 15%, mentre un lavoratore dipendente con lo stesso reddito arriva al 43%. Questo genera sfiducia e distorsioni nel mercato. Serve una riforma che armonizzi i regimi, ristabilisca equità e rispetti chi contribuisce di più. Per questo chiediamo che i contributi agli enti bilaterali siano esenti da tassazione, di detassare aumenti e premi di risultato, alzare i tetti dei fringe benefit e portare la defiscalizzazione dei buoni pasto a 10 euro. Bloccare l’età pensionabile è utile, ma senza un secondo pilastro previdenziale i giovani e le donne rischiano pensioni troppo basse così come un sistema di welfare sbilanciato e iniquo». Per Leo "rimodulare un fisco più equo e quello che abbiamo iniziato a fare già nel 2024 e che completeremo con la prossima legge di bilancio soprattutto per venire incontro alle esigenze del ceto medio". "In quest’ottica abbiamo già ridotto le aliquote da quattro a tre 23%, 35 % e 43% un passo ulteriore lo faremo nella prossima legge bilancio dove l'aliquota del 35% verrà portata al 33% per i soggetti che producono un reddito tra i 28 e 50mila euro. Questo è il percorso che noi abbiamo potuto fare tenendo conto delle risorse e delle regole che derivano da una governance economica europea. Nei prossimi anni potremmo alzare l’asticella per quanto concerne la riduzione delle aliquote per i redditi più alti". La tavola rotonda, moderata da Roberto Sommella, direttore di MF-Milano Finanza, ha avuto l’obiettivo condiviso di proporre soluzioni concrete per rilanciare la crescita, migliorare il benessere dei lavoratori e contribuire alla costruzione di un sistema Paese più dinamico, inclusivo e competitivo. “Abbiamo il dovere dare risposte anche a chi con stipendi medio alti continua a pagare come e più di prima” ha commentato Paola Mancini, senatrice e membro della 10ª Commissione Affari Sociali. Un’opzione, consona al ruolo dei manager, sarebbe quella di alzare il tetto di 80mila euro sulla defiscalizzazione dei premi di produttività. A favore di tutti e poi portare l’esenzione fiscale dei buoni pasto da 8 a 10 euro con un cospicuo vantaggio anche in termini di pil creato”. Parole seguite da quelle di Monica Nolo, vicepresidente di Manageritalia che ha sottolineato: “Noi manager e alte professionalità con redditi lordi sopra gli 80/100mila euro annui non siamo ricchi pur essendo determinanti per la crescita e lo sviluppo del Paese. Siamo quelli che pagano gran parte dell’Irpef e pretendiamo che venga recuperata l’evasione fiscale di circa 90 miliardi di euro, risorse fondamentali per sostenere il sistema di welfare, gli investimenti, lo sviluppo produttivo e soprattutto necessari a garantire un'equità di trattamento fra cittadini” Nel corso del dibattito è emersa con forza la necessità di affrontare le sfide poste da un contesto economico complesso, segnato da inflazione, stagnazione salariale e perdita di potere d’acquisto, che colpisce anche manager e professionisti, pilastri della produttività nazionale. Tra i temi affrontati: la costruzione di un sistema fiscale più equo e capace di guardare alla sostenibilità intergenerazionale, il rafforzamento del welfare aziendale e contrattuale, la valorizzazione della previdenza complementare e il sostegno alla genitorialità. Negli ultimi anni, il sistema fiscale e di welfare italiano si è trovato al centro di una crescente pressione economica e sociale. Secondo i dati ISTAT, nel 2024 la pressione fiscale complessiva ha raggiunto il 42,5% del PIL, in aumento rispetto al 41,2% del 2023. Parallelamente, il potere d’acquisto delle famiglie ha subito una contrazione dello 0,6% nel quarto trimestre 2024, mentre la propensione al risparmio è scesa all’8,5% e salari calati del 10% dal 2019 ad oggi, segnalando una crescente difficoltà del ceto medio a far fronte al caro vita. Se si mette a confronto un reddito di 105mila euro lordi l’anno con uno 3,5 volte più basso pari a 30mila euro, il primo paga 13,5 volte le tasse del secondo. Questo è segno dello squilibrio e dalla mancanza di proporzionalità dell’attuale sistema fiscale. Fondamente anche l’attenzione alla previdenza complementare che sta vivendo una fase di espansione: nel primo trimestre del 2025, le posizioni attive hanno superato gli 11,3 milioni, con oltre 10,1 milioni di iscritti e un patrimonio gestito di oltre 244 miliardi di euro. Tuttavia, persistono squilibri strutturali, con una partecipazione ancora limitata tra i giovani e le donne, e una diffusa diffidenza verso le linee di investimento più dinamiche. L’obiettivo condiviso da tutti i relatori è stato quello di individuare soluzioni concrete per rilanciare la crescita, migliorare il benessere dei lavoratori e contribuire alla costruzione di un sistema Paese più dinamico, inclusivo e competitivo.
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Fisco, in convegno Roma confronto Manageritalia-Leo su priorità in vista della manovra
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