Per i casi di botulismo nell’alto tirreno cosentino si potrebbe aprire anche un’altra pista di indagine. E’ la stessa Procura della Repubblica di Paola che lo ha reso noto: “Va evidenziato che, in alcuni casi, il decorso clinico è stato aggravato dalla mancata tempestiva diagnosi, in quanto i sintomi non sono stati immediatamente riconosciuti come compatibili con intossicazione da botulino, ritardando pertanto l’avvio del trattamento specifico“.
Secondo quanto accertato, infatti, sia Luigi di Sarno, il 52enne di Cercola, nel Napoletano, deceduto nei pressi dello svincolo autostradale di Lagonegro che Tamara D’Acunto, 45enne di Diamante, deceduta mercoledì 6 agosto 2025, e il cui funerale è stato
celebrato il giorno successivo, si sarebbero recati presso il Pronto Soccorso del Tirrenia Hospital a Marina di Belvedere Marittimo. La magistratura dovrà accertare se i sintomi accusati dalle due persone, poi, decedute, non siano stati riconosciuti come specifici da infezione da botulino. Anche per tale ragione e per chiarire in via definitiva le cause dei due decessi, saranno svolte martedì 12 agosto le autopsie sulle salme. E proprio per garantire le norme di legge, la Procura di Paola, come atto dovuto, ha iscritto nel registro degli indagati due medici in servizio nelle strutture sanitarie dove di Sarno e D’Acunto si sono rivolti prima del decesso.
Intanto si apprende che sono stazionarie le condizioni delle dodici persone ricoverate nell’ospedale di Cosenza per intossicazione da botulino. Dei 12 pazienti, nove sono ricoverati in rianimazione e tre in reparti perchè meno gravi. Ieri in tarda serata, secondo quanto si è appreso, ad uno dei pazienti ricoverati è stato iniettato il siero anti botulino. Con quest’ultima salgono a sei le fiale utilizzate dai medici dell’ospedale di Cosenza.