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giovedì, 25 Aprile, 2024
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Effetti covid su imprese, Confartigianato: crisi peggiore anche della grande recessione 2008

Catanzaro – Sono davvero impietosi e drammatici i dati eleborati dall’Osservatorio Mpi Confartigianato Calabria sui principali effetti causati dall’emergenza sanitaria di cui risentiranno le imprese calabresi fino a metà 2021. Seondo l’indagine portata a compimento “sono principalmente seri problemi di liquidità (44,4%), la riduzione della domanda a seguito delle restrizioni dovute all’attuazione dei protocolli sanitari (44,0%), seri rischi operativi e di sostenibilità dell’impresa (40,3%) e la riduzione della domanda nazionale causa minore capacità di acquisto e crollo domanda turistica (33,4%)”.
“La pandemia – spiega il presidente di Confartigianato Imprese Calabria, Roberto Matragrano – ha comportato uno shock al fabbisogno di liquidità delle imprese. Lo strumento a cui hanno fatto maggiore ricorso le imprese per soddisfare tale fabbisogno causato dall’emergenza è il debito bancario (36,8%), sostenuto da strumenti come la garanzia pubblica. Le imprese non riescono a generare i flussi di cassa necessari a garantire l’ordinaria operatività aziendale, da qui la necessità di ricorrere a strumenti che possano garantire una liquidità sempre più difficile da reperire”.
Sul fronte occupazionale, secondo l’indagine dell’Osservatorio Mpi di Confartigianato “nonostante siano ancora attive misure di sostegno (blocco licenziamenti e ammortizzatori sociali), al III trimestre del 2020 si contano 531mila occupati, 42mila in meno (- 7,3%) rispetto al III trimestre 2019”: si tratta – aggiunge Matragrano della “perdita più elevata rispetto a quella rilevata durante la grande recessione (2008-2010), dove furono 23mila gli occupati persi, e di poco inferiore alla perdita registrata durante la crisi del debito sovrano (2011-2013), quando furono 46mila gli occupati persi”.
Il clima di incertezza che ha caratterizzato l’intero anno – prosegue infine Confartigianato Imprese Calabria – “ha comportato effetti negativi anche sulle nuove assunzioni, che nei primi 9 mesi dell’anno sono scese del 10,5% rispetto ai primi 9 mesi del 2019; si tratta di 29mila avviamenti in meno. Trend negativo fortemente influenzato dalla drastica riduzione di nuovi avviamenti nel trimestre nero dell’anno (II trimestre 2020)”.

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