“Non date il sangue di un vaccinato a nostro padre”. È stata questa l’imposizione che due figlie NoVax hanno fatto per il genitore ultranovantenne, bisognoso di una trasfusione di sangue presso l’ospedale Infermi di Rimini. L’insensata richiesta è stata la conseguenza della paura che le signore avevano in merito alla possibilità che a donare il sangue potesse essere una persona vaccinata contro il Covid-19.
Il caso estremo ha lasciato senza parole i medici e gli infermieri, consapevoli come qualsiasi persona con un minimo di senno di come le donazioni avvengano in forma anonima. La paura delle donne è priva di ogni fondamento logico o scientifico, dal momento che, se anche il sangue fosse stato quello di un vaccinato, non ci sarebbe stato alcun rischio per il ricevente.
Rino Biguzzi, 62 anni, medico e coordinatore del comitato Programma “sangue plasma” dell’Ausl Romagna, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni sull’accaduto al giornale “Repubblica”: “Il medico aveva valutato la necessità di una trasfusione in base alle condizioni dell’anziano. Le figlie hanno rifiutato, temevano che il sangue trasfuso potesse procurare un danno. Che oltre agli anticorpi venisse trasferito l’Rna. Forse anche da parte nostra occorre migliorare il livello della comunicazione”.
Dopo un’accesa discussione, l’anziano è stato infine sottoposto alla trasfusione: In generale, “non c’è alcuna evidenza che con la trasfusione ci possa essere la diffusione del Sars- Cov- 2. Non si trasmette il virus attraverso una trasfusione ”. E il temuto Rna? “Il sangue subisce una lavorazione, una minima quantità di plasma è presente, ma questo aspetto riguarda decine di vaccinazioni. Non fa la differenza”. In altre parole: con il sangue di un vaccinato, non sei un vaccinato.
(fonte: nursetimes.org)