La Procura della Repubblica di Reggio Calabria intende accertare eventuali responsabilità nella morte di una donna di Villa San Giovanni che, lo scorso 28 ottobre, è spirata a causa di un infarto mentre attendeva l’arrivo dell’ambulanza del 118, chiamata dal suo medico di base accorso in suo aiuto, che dalle sue dichiarazioni sarebbe arrivato un’ora e mezza dopo la chiamata di soccorso. A denunciare l’accaduto è stato proprio il medico di famiglia e oncologo Salvatore Oriente il quale rimarca come forse la donna si sarebbe potuta salvare se l’ambulanza fosse arrivata per tempo e con un medico. Oriente ha immediatamente scritto una lettera al ministro della salute Speranza e al prefetto di Reggio Calabria Mariani.
Interviene sulla vicende, questa mattina a Buongiorno Regione in Rai, il direttore sanitario dell’Asp di Reggio Domenico Minniti . “Il ritardo di oltre un’ora dell’arrivo dell’ambulanza non risulta agli atti – dichiara Minniti – mi sono recato alla centrale operativa per consultare i dati disponibili sull’accaduto, ed è stato registrato che il mezzo è partito da Scilla alle 2:17 ed è arrivato a destinazione alle 2:41, poco oltre i 18 minuti canonici che in questo momento sono difficili da garantire in Calabria. Dunque non sembra che ci sta stato il ritardo denunciato e aggiungo che, ovviamente, questi dati sono già in possesso della Procura della Repubblica di Reggio». In riferimento ai 18 minuti come limite di intervento, questa tempistica è prevista a livello nazionale, ma rispettare questo standard è difficile in una regione come la nostra, secondo il direttore sanitario dell’Asp reggina, e i motivi sono diversi. Il primo tra tutti è la viabilità, c’è poi la carenza di organico, il 118, infatti, è «sotto di 2000 unità». Bisogna poi aggiungere che il personale sanitario è sottoposto «a turni sfibranti, rischi sempre maggiori e con stipendi minori».