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venerdì, 19 Aprile, 2024
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De Magistris: malati e ultrasettantenni da Cosenza a Scicli (Ragusa) per un vaccino

“La drammatica situazione dell’ospedale civile di Cosenza rappresenta la più generale situazione della Sanità in Calabria. I sacrifici e la buona volontà del personale medico e paramedico non sono più sufficienti a fronteggiare l’emergenza. Il sistema sanitario calabrese, da anni al collasso per evidenti e gravi responsabilità politiche e amministrative dei partiti e dei gruppi di potere che si sono succeduti nella gestione, non è in grado in queste ore di garantire, a volte, neanche le cure essenziali per i pazienti covid”. Lo scrive Luigi de Magistris, candidato alla carica di ptresidente della Regione.

“La saturazione dei posti letto all’Annunziata di Cosenza, con le terapie intensive interamente occupate, rivela che neanche l’emergenza viene garantita agli ammalati che vi giungono in ambulanza e costretti a rimanervi diverse ore per poi essere trasferiti anche fuori provincia. La situazione, inoltre, sul fronte delle vaccinazioni è tutt’altro che rassicurante. Mi giunge notizia – dettaglia de Magistris – che ammalati con patologie gravi e ultrasettantenni sono costretti da Cosenza a recarsi per la vaccinazione addirittura a Scicli in Provincia di Ragusa, affrontando un viaggio di almeno 7 ore. Eppure l’epidemia ha cominciato a mietere vittime da oltre un anno. A questo punto è lecito chiedersi che cosa abbiano fatto finora gli amministratori regionali e i commissari della sanità, per evitare il calvario a cui sono sottoposti i cittadini calabresi, in particolare quelli maggiormente bisognosi di cura e di attenzione”.

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“Che cosa deve ancora succedere, affinché Spirlì, i commissari, il governo nazionale, le autorità preposte, intervengano per dire basta e fare in modo che la Calabria abbia una sanità civile”- aggiunge de Magistris.
“Che cosa si aspetta per allestire nuovi postazioni ordinarie e emergenziali (magari utilizzando anche strutture sanitarie esistenti abbandonate), e nel contempo adoperarsi per compensare le storiche lacune in termini di strutture, di personale e di apparecchiature sanitarie.”- conclude.

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