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martedì, 19 Marzo, 2024
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Da inizio 2023 trend in crescita degli eventi climatici estremi: La Calabria è tra le regioni più colpite

Un pianeta Terra sempre più in difficoltà, minacciato da una crisi climatica che non arresta la sua corsa e che non risparmia nessun Paese nel mondo. Campanello dall’allarme: il trend in crescita degli eventi climatici estremi. Solo in Italia dall’inizio 2023 sono aumentati del +135% rispetto a quelli di inizio 2022. In particolare, nella Penisola, da gennaio a maggio, si sono registrati 122 eventi estremi contro i 52 degli stessi mesi del 2022. Gli allagamenti da piogge intense sono la tipologia che si è verificata con più frequenza con 30 eventi contro i 16 dei primi 5 mesi del 2022, segnando cosìun+87,5%. La Calabria è tra le regioni più colpite: 21 eventi climatici estremi verificatisi, con un incremento esponenziale nell’anno 2022 e nei primi 5 mesi dell’anno 2023 tra cui l’evento tragico verificatosi a Reggio Calabria in cui ha perso la vita un uomo travolto da un albero crollato per il forte vento. Da inizio anno sono sei le regioni più colpite da eventi climatici estremi: Emilia-Romagna (36), Sicilia (15), Piemonte (10), Lazio (8), Lombardia (8), Toscana (8). In Calabria gli eventi climatici estremi dall’inizio del 2023 sono stati 5 (contro 3 nei primi 5 mesi del 2022).

È quanto denuncia Legambiente che oggi, in occasione della giornata mondiale dell’ambiente, diffonde i nuovi dati del suo Osservatorio Città Clima, per sottolineare l’SOS che arriva dall’ambiente e dal clima e per lanciare un messaggio chiaro al Governo Meloni. Per aiutare l’ambiente e contrastare la crisi climatica in atto, servono politiche climatiche più ambiziose accompagnate da interventi concreti sia a livello nazionale sia a livello europeo. Da un lato l’Italia deve accelerare il passo approvando il Piano di adattamento climatico di cui il nostro Paese è ancora sprovvisto e prevedendo risorse adeguate; aggiornando entro fine giugno il PNIEC; approvando una legge contro il consumo di suolo che l’Italia attende da 11 anni.Tre azioni prioritarie su cui l’Italia ad oggi è in forte ritardo. A livello europeo, per Legambiente, è importante che si definisca subito un Patto di solidarietà per il clima, come proposto dal Segretario Generale dell’ONU Guterres, tra Paesi industrializzati, emergenti ed in via di sviluppo per raggiungere zero emissioni nette entro il 2050 a livello globale. Con l’impegno dei Paesi industrializzati di sostenere finanziariamente l’azione climatica dei Paesi più poveri ed anticipare al 2040 il raggiungimento di zero emissioni nette.
“La fotografia scattata dal nostro Osservatorio Città Clima sugli eventi climatici estremi parla chiaro – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente– bisogna invertire al più presto la rotta. L’alluvione che ha colpito nelle scorse settimane l’Emilia-Romagna e le Marche, ma anche le violente piogge che si sono abbattute in questi ultimi giorni in Sardegna e in altre regioni d’Italia sono l’ennesima dimostrazione di quanto la crisi climatica stia accelerando il passo causando ingenti danni all’ambiente, all’economia del Paese, e perdite di vite umane. Al Governo Meloni chiediamo un’assunzione di responsabilità perché per affrontare il tema della crisi climatica serve una decisa volontà politica con interventi concreti non più rimandabili per riparare gli errori del passato come ad esempio tombare i fiumi, costruire in aree non idonee o in prossimità dei corsi d’acqua…Ora bisogna voltare pagina e i primi strumenti per farlo sono proprio il piano di adattamento al clima e le risorse per attuarlo, l’aggiornamento del PNIEC, una legge contro il consumo di suolo. Senza dimenticare che il Paese ha bisogno di più politiche territoriali di prevenzione e campagne informative di convivenza con il rischio. Solo così si potrà evitare che l’ultima tragedia sia la penultima e che il Paese rincorra sempre l’emergenza”.

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“In Calabria è evidente la necessità – afferma Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria – di incrementare velocemente gli interventi per mitigare gli effetti dell’emergenza climatica utilizzando competenze e risorse economiche e progettuali per mettere in sicurezza territori, persone ed attività economiche. Occorre agire nell’ottica della prevenzione e dell’adattamento con una assunzione di responsabilità da parte delle Amministrazioni competenti. Sono necessarie azioni serie e concrete all’insegna della legalità e del rispetto dell’ambiente a partire dalla demolizione degli immobili abusivi posti in aree a rischio idrogeologico, sismico o lungo le coste, nonché la cura, la protezione e la tutela del territorio oltre che di boschi, foreste e verde urbano. La giornata mondiale dell’ambiente non è solo una ricorrenza da celebrare, ma un insieme di valori che dobbiamo interiorizzare cambiando il nostro approccio con la Natura e con le altre specie viventi”.
Tre azioni urgenti su cui l’Italia deve accelerare il passo. Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici: l’Italia deve approvare definitivamente il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, ancora in standby dopo la fase di VAS (valutazione ambientale strategica) avviata dal governo alla fine dello scorso anno dopo la tragedia di Ischia. E stanziare le adeguate risorse economiche per attuarlo, visto che non sono state previste nell’ultima legge di bilancio.

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