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venerdì, 20 Giugno, 2025
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Da Aiom 39 linee guida per tumori: “Riferimento per appropriatezze cure e qualità vita”

(Adnkronos) – L'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) è la società scientifica italiana che produce il maggior numero di linee guida. Sono 39 quelle che portano la firma di Aiom, inserite nel Sistema nazionale Linee guida dell'Istituto superiore di sanità. Si tratta di documenti scientifici fondamentali per la pratica clinica di migliaia di specialisti e per garantire l'appropriatezza. Supportano le decisioni dei clinici, riducendo le differenze territoriali nell'assistenza e migliorando la qualità di vita dei pazienti. Le linee guida Aiom sono state stilate con l'impegno di circa 950 professionisti e il coinvolgimento di 75 diverse società scientifiche. Dal 2013 a oggi, in totale sono stati scaricati dal sito aiom.it oltre 4 milioni e 300mila documenti in pdf. Alle linee guida è dedicata la 23esima Conferenza nazionale Aiom, che si apre oggi a Bologna.  "Le linee guida – spiega Francesco Perrone, presidente Aiom – mirano a uniformare la pratica clinica, producendo raccomandazioni basate sull'evidenza scientifica, per favorire un approccio omogeneo e di alta qualità in tutto il territorio. Nel 2024, in Italia, sono state stimate 390.100 nuove diagnosi di cancro, cioè oltre 1.000 ogni giorno. E' fondamentale, per gli specialisti, avere a disposizione strumenti che favoriscano l'appropriatezza dei trattamenti e degli esami diagnostici e strumentali, anche alla luce del continuo incremento dei costi delle cure anticancro. L'aumento dei guariti e dei pazienti cronici rappresenta un successo dell'oncologia, dall'altro lato però va affrontata la crescita della domanda di assistenza. Per garantire la sostenibilità del sistema, è opportuno evitare l'eccessiva frammentazione con unità di cura dedicate a singole neoplasie. Ci confrontiamo ogni giorno con i problemi legati alla mancanza di risorse e personale. Ecco perché non sono sostenibili modelli organizzativi dedicati a patologie d'organo". Terapie sempre più efficaci hanno portato a grandi risultati in termini di sopravvivenza per molte neoplasie. In Italia oggi vivono 3,7 milioni di cittadini dopo la diagnosi di tumore. Quindici anni fa, nel 2010, erano 2,6 milioni. "Anche per questo – continua Perrone – abbiamo deciso di realizzare una linea guida specifica, dedicata proprio ai 'lungoviventi', in cui affrontiamo anche i temi della gestione della fatigue, dei disturbi del sonno o della sessualità. E' importante che gli oncologi si interessino alle conseguenze non solo fisiche, ma anche psicosociali, legate alla diagnosi di tumore, che hanno un forte impatto sulla qualità di vita".  "Aiom mette a disposizione dei clinici e delle istituzioni strumenti che mirano ad aumentare l'uniformità delle scelte cliniche e l'appropriatezza – afferma Massimo Di Maio, presidente eletto Aiom – Ovviamente, con poche risorse e carenza di personale, diventa molto difficile tradurre in maniera ottimale nella pratica clinica le raccomandazioni contenute nelle linee guida. Il rischio è che quanto scritto resti solo sulla carta. Aiom ha sempre creduto in questi documenti, che hanno un valore formativo per tutti gli specialisti coinvolti. Non solo. Permettono di ridurre le disparità territoriali nelle cure, anche rispetto a scelte strategiche perché oggi, in molti casi, servono approcci integrati nella malattia in stadio precoce". "Un esempio emblematico – sottolinea Di Maio – è quello relativo alla terapia neoadiuvante, cioè prima dell'intervento chirurgico. Ci sono tumori, come quello dello stomaco e della vescica, dove da anni le linee guida contengono una raccomandazione forte sull'efficacia della chemioterapia pre-operatoria, ma nonostante ciò l'applicazione concreta di questo approccio in Italia non è stata finora sempre ottimale in tutte le realtà. Oggi, inoltre, vi è la chiara evidenza dell'importanza del trattamento preoperatorio anche in altri tumori, ad esempio nel carcinoma del polmone, grazie alla chemioimmunoterapia. La discussione multidisciplinare sull'opportunità di questo approccio deve avvenire prima dell'intervento chirurgico. Alcune raccomandazioni, pertanto, riguardano scelte cliniche che, quando non prese in considerazione, corrispondono a una perdita di chance per il paziente. Le linee guida contribuiscono a fare cultura all'interno dei gruppi multidisciplinari e a promuovere un cambiamento organizzativo e scientifico del rapporto tra gli specialisti, che può migliorare la storia naturale della malattia e la pratica clinica". "Le linee guida inserite nel sistema nazionale devono essere aggiornate ogni 2 anni e hanno valore legale – continua Perrone – Quando il gruppo di esperti esprime una raccomandazione, vengono scelti gli endpoint, cioè i risultati, in cui può rientrare, ad esempio, anche la qualità di vita. Negli ultimi anni la comunità oncologica ha mostrato sempre più interesse a questo tema, che spesso è incluso tra le evidenze". Alle tradizionali linee guida Aiom di patologia, si affiancano numerosi documenti su argomenti 'trasversali', ricordano gli oncologi. Ad esempio sono state realizzate, tra le altre, linee guida sulla cardio-oncologia, sul supporto nutrizionale, sulla vaccinazione dei pazienti oncologici, sulla preservazione della fertilità e sull’assistenza psico-sociale.  Tra gli aspetti critici affrontati nella 23esima Conferenza nazionale Aiom c'è anche il ruolo dei dati provenienti dalla pratica clinica quotidiana, la 'real world evidence', per le linee guida. "Gli studi clinici randomizzati, utilizzati per l'approvazione dei nuovi farmaci – sottolinea Perrone – non possono coprire tutti gli aspetti, le comorbilità o le sotto-popolazioni. Da qui la complementarità con gli studi 'real world', condotti su pazienti della pratica clinica quotidiana, non selezionati. Queste sperimentazioni sono le uniche in grado di produrre dati sull'intero percorso assistenziale, a partire dagli aspetti organizzativi e gestionali del paziente, che non sono colti nei trial registrativi. L'Europa sta progressivamente andando verso un utilizzo più frequente della real world evidence. Servono politiche che prevedano procedure di rimborso vincolate alla produzione di evidenze di real world, perché consentirebbero alle società scientifiche di definire meglio le linee guida, migliorando la loro capacità di informare i clinici, i pazienti e le istituzioni sull'efficacia e la qualità del trattamento". —[email protected] (Web Info)

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