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lunedƬ, 6 Maggio, 2024
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Cutro: nottata a 52 metri di altezza per operai in protesta

Hanno trascorso la notte a 52 metri di altezza sulla ciminiera della centrale a biomasse di Cutro (Crotone) due dei 15 operai della Serravalle Energy saliti ieri pomeriggio per rivendicare il loro diritto allo stipendio, ma soprattutto al futuro. Gli altri si sono accampati, distribuendosi su piĆ¹ livelli del camino fumi. “E’ stata – dice Aldo D’Auria, uno dei due rimasti sulla sommitĆ  – una notte difficile. Abbiamo messo tende e sacchi a a pelo. Ma l’abbiamo fatto perchĆ© abbiamo timore per il nostro futuro. Certo rivendichiamo gli stipendi, chiediamo che nel caso la situazione si prolunghi l’Inps ci riconosca la Cassa integrazione ma siamo preoccupati per quello che potrĆ  accadere ora che la centrale ĆØ stata dissequestrata. Non abbiamo certezze. E se il Gse sospenderĆ  nuovamente gli incentivi come era accaduto dopo il sequestro cosa accadrĆ ?”.

“Questa – afferma ancora l’operaio – ĆØ una storia assurda dove ci sono stati errori da parte di tutti: dalla Dda agli amministratori giudiziari, all’azienda. Gli unici a pagare perĆ² siamo stati noi che non c’entriamo nulla con quanto accaduto, ma da venti anni lavoriamo, a testa bassa”. La preoccupazione degli operai deriva dalla intricata vicenda giudiziaria in cui ĆØ finita la Serravalle Energy coinvolta nell’operazione Black Wood con la quale, il 4 ottobre 2022, la Dda di Catanzaro ha eseguito una serie di misure cautelari nell’ambito di un’inchiesta per reati ambientali. A seguito del sequestro, nonostante l’azienda fosse garantita da un’amministrazione giudiziaria, c’ĆØ stata la sospensione degli incentivi previsti per legge da parte del Gestore dei servizi energetici nazionale (Gse): quasi 20 milioni di euro. Una perdita importante che ha provocato la carenza di liquiditĆ  per l’azienda ed il fermo dell’impianto dal novembre del 2023. A pagarne le conseguenze sono stati soprattutto i 37 operai per i quali era stata avviata la procedura di licenziamento collettivo scongiurata anche a seguito dello sblocco degli incentivi del Gse.

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La centrale, perĆ², non ĆØ mai tornata in funzione e per gli operai c’era stata la richiesta di cassa integrazione che, perĆ², l’Inps ha rigettato sostenendo che non c’erano le condizioni per dichiarare lo stato di crisi. CosƬ ieri ĆØ scoppiata la protesta che ĆØ proseguita nonostante il giudice Mario Santoemma, che coordina l’amministrazione giudiziaria, avesse autorizzato il pagamento degli stipendi di febbraio e marzo per 45 mila euro. “Ora che avverrĆ  il passaggio di consegne dopo il dissequestro – afferma D’Auria – si facciano le cose con regolaritĆ  per evitare che a pagare siamo ancora noi. Quelli trascorsi sono stati mesi durissimi e sono stati trascorsi nell’incertezza continua. Non siamo scesi ieri dopo la notizia che ci sarebbero stati pagati gli stipendi perchĆ© vogliamo certezze per il futuro. Una richiesta che facciamo all’azienda, ma anche alle autoritĆ ”. (Fonte: ANSA)

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