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mercoledì, 24 Aprile, 2024
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Covid, positivi in aumento a Reggio Calabria: Il cuore dei contagi negli istituti scolastici superiori

Nelle scuole inizia il conto alla rovescia per le vacanze di Natale, ma a Reggio Calabria il clima prefestivo è offuscato dal ritorno della didattica a distanza. Su tre frequentatissimi istituti (primaria De Amicis, liceo scientifico Da Vinci e tecnico industriale Panella-Vallauri) si è abbattuta una serrata con tutte le classi in collegamento digitale, va però precisato che gli studenti che seguono lezioni da casa sono disseminati nella maggior parte delle scuole cittadine, seppur aperte.

Il cuore dei contagi riguarda le superiori e un attendibile gossip in ambiente scolastico sussurra che l’ondata di casi positivi sia seguita a una mega-festa organizzata da studenti in un noto locale, con la partecipazione di oltre 700 ragazzi che si sarebbero dati alla pazza gioia senza mascherina né distanziamento. Prima di puntare il dito contro i giovani, capro espiatorio per eccellenza della pandemia, bisogna dire che scene così sono da mesi all’ordine del giorno nella movida reggina: si entra con green pass (e dallo scorso 6 dicembre con il super) e poi gli avventori, che decisamente superano l’età adolescenziale, ballano e cantano in gruppi ravvicinati e soprattutto privi di dispositivi di sicurezza – cosa che dovrebbe essere consentita soltanto durante la consumazione dei pasti, se si pensa che in Calabria, già prima del passaggio in zona gialla, il governatore Occhiuto ha decretato l’obbligo di mascherina anche all’aperto.
Ma torniamo alle scuole. Il caso più eclatante è quello del “Vinci”. Dopo aver registrato in pochi giorni numeri preoccupanti (57 positivi tra allievi, docenti e Ata e 840 persone in quarantena preventiva), è stata la dirigente Serenella Corrado, alle prese con un bel grattacapo nei suoi primi giorni di reggenza del liceo, a domandare all’Asp il provvedimento di Dad per la totalità della sua popolazione scolastica. Istanza accolta da Sandro Giuffrida, direttore del dipartimento di igiene e prevenzione: i vinciani seguiranno le lezioni a distanza fino al 23 dicembre. A ruota è arrivata la stessa richiesta da parte di Anna Nucera, dirigente del Panella-Vallauri. Qui, come già avvenuto all’istituto comprensivo De Amicis (dove, però si dovrebbe tornare in presenza lunedì 20), sarà anche attivato un presidio ad hoc per eseguire la vaccinazione di personale e studenti interessati.
Va precisato che la didattica a distanza è attualmente regolata da disposizioni diverse da quelle dello scorso anno, quando la segnalazione di un caso di positività faceva scattare automaticamente la sospensione della scuola in presenza. Con la partenza della campagna vaccinale però tutto è cambiato e oggi, in un balletto di circolari operative ministeriali, è statuito un doppio binario per vaccinati e non, con un numero superiore di giorni di quarantena per questi ultimi. L’ultima versione della sicurezza scolastica adotta il metodo del testing con esecuzione degli esami clinici negli hub del servizio sanitario territoriale con date stabilite dalla stessa Asp.
Ed ecco come funziona. In presenza di un positivo in classe, gli allievi individuati contatti stretti (coloro che hanno condiviso l’aula con il positivo entro le 48 ore precedenti alla scoperta del contagio) non sono messi in quarantena ma devono eseguire con urgenza un primo tampone molecolare (T0), il cui esito negativo permette di andare fisicamente a scuola. Cinque giorni dopo il primo esame deve essere eseguito un secondo test (T5), che, se negativo, dà il via libera definitivo a frequentare in presenza. Durante questo periodo di sorveglianza, i ragazzi sono tenuti a rispettare alcune limitazioni, non evitando ma almeno riducendo attività sociali e sport di gruppo, feste, visite a soggetti fragili. Stesse norme per personale Ata e docenti contatti stretti del positivo, dove però, per i soli insegnanti c’è una differenza tra vaccinati e non: per chi non è immunizzato o guarito dal Covid da oltre sei mesi non si applica il testing ma la quarantena fino ad esecuzione di test.
La “separazione” tra vaccinati e non vale anche se i casi positivi sono due: testing solo per chi vanta immunità certificata; per tutti gli altri, studenti compresi, quarantena e ovviamente Dad. Con tre positivi, infine, tutta la classe va in Dad ed è messa in quarantena.
Un pasticciato rompicapo, per di più non percepito come solido argine al Covid, considerato che il rispetto della sorveglianza durante l’arco del testing è affidata unicamente al senso di responsabilità degli interessati. Tanto che le singole scuole reggine stanno scegliendo in autonomia di attivare la Dad preventiva con un caso positivo, senza aspettare l’avvio del testing da parte dell’Asp. Nel frattempo, il 15 dicembre è entrato in vigore l’obbligo vaccinale (terza dose compresa) per il personale scolastico, che sta generando al momento certificati di malattia a raffica. Ma con l’irrigidirsi delle temperature e il picco del rischio influenzale di stagione, nessuno crede che la resa dei bastioni renitenti al siero e le crescenti adesioni degli studenti alla vaccinazione saranno sufficienti a riportare i ragazzi sui banchi. La prospettiva del Natale e l’euforia da super green pass fanno invece profetizzare che anche il 2022 si aprirà con le scuole in Dad.

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Isabella Marchiolo

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