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venerdì, 10 Maggio, 2024
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Covid, muore il calabrese Samengo: era presidente UNICEF

 

Presso l’ospedale Spallanzani di Roma è deceduto il presidente dell’Unicef Italia Francesco Samengo, ucciso dal Covid.

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Samengo aveva 81 anni ed era nato a Cassano Jonio (CS), ma viveva da molti anni a Roma. Laureato in Economia e Commercio, iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti e dei Revisori Contabili, ha ricoperto importanti ruoli manageriali ed apicali in numerose aziende pubbliche.

“È stato per tutti una guida sicura, un esempio di abnegazione e instancabile costanza, uno sprone a dare sempre il meglio di noi nel perseguire la causa dei diritti dei bambini in Italia e nel mondo. In prima linea nella difesa dei diritti dei bambini e dei giovani in Italia e nel mondo, Francesco Samengo si è sempre distinto per l’enorme sensibilità e la ferma convinzione che realizzare un mondo migliore significhi innanzitutto prendersi cura dei più vulnerabili e indifesi, in particolare i bambini, senza lasciare indietro nessuno. Nei due anni del suo incarico ha guidato l’organizzazione con grande impegno, passione e un’incessante dedizione” cos’ lo ricorda la sua associazione

La Vice Presidente Carmela Pace, il Consiglio Direttivo, il Direttore Generale Paolo Rozera, i Presidenti Regionali e Provinciali, i volontari UNICEF e tutto lo staff si stringono con dolore e con affetto alla sua famiglia, “fiduciosi che nella forza del suo esempio troverà il conforto per affrontare questa grande perdita”. Presidente dell’Unicef Italia dal 2018, Samengo è stato volontario UNICEF per oltre venti anni, poi componente del Consiglio Direttivo e dal 2001 Presidente del Comitato Regionale della Calabria per l’Unicef.

IL MESSAGGIO FB DEL FIGLIO ALFONSO

Questo il messaggio lasciato su FB da Alfonso, giornalista Rai e per anni caporedattore della sede calabrese di Cosenza.

Mi lasci un dolore straziante, ma anche composto: a prevalere è l’orgoglio di averti avuto come padre.
Questo virus bastardo ha piegato il mondo intero e anche te, papà mio.
Fino a nove giorni fa, dal tuo letto
dell’Ospedale Spallanzani di Roma,
hai continuato a lavorare per promuovere iniziative per l’Unicef, nonostante la tua incipiente polmonite. Poi ti sei aggravato e sei finito in terapia intensiva. Hai lottato come un leone, mi dicevano i medici. In tanti abbiamo sperato e pregato affinché potessi uscire da quel tunnel. Il buon Dio non ci ha ascoltato.
Hai tanto amato la Calabria.
Instancabile la tua passione sociale e politica che hai coltivato fin da ragazzo, senza fermarti mai, anche quando la vita ti ha riservato colpi bassi e delusioni.
Trascorrendo molto tempo vicino a te, ho sempre apprezzato la tua tenacia e, ti confesso che non sono mai riuscito ad essere forte come te.
Grazie papà, vivrai sempre nel cuore mio e in quello di mamma, di Simonetta e di Sara. Per Francesco jr., poi, sei stato un nonno esemplare.
Ciao pa’! Il Signore ti spalanchi la porta del Cielo.”

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