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venerdì, 15 Novembre, 2024
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Covid, il coordinatore del CTS Miozzo invita alla prudenza e alla responsabilità

Dal’1 Febbraio mezza Italia è entrata in fascia gialla, ad eccezione di Sardegna, Umbria, Puglia, Provincia Autonoma di Bolzano e Sicilia, che rimangono in zona arancione a seguito dell’aumento esponenziale dei contagi da Coronavirus. Una boccata di ossigeno per l’Italia, che non esclude ancora nessun pericolo.
La trasmissione dell’infezione è ancora in corso e la situazione deve essere monitorata scrupolosamente. Per questa ragione, restano attive alcune restrizioni, che servono a mantenere un adeguato equilibrio. Lo stesso coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, invita a stare attenti, ricordando che il passaggio dalla zona arancione alla zona gialla non è indice di sicurezza, né di ritorno alla normalità. E’ necessario non abbassare la guardia, perché c’è il rischio assolutamente reale che la curva schizzi rapidamente verso numeri difficilmente gestibili.
Dello stesso avviso, il Ministro della salute, Roberto Speranza, il quale ha precisato che serve ancora tantissima prudenza. Ha aggiunto “l’indice di trasmissione del contagio è sceso a 0,84. Un risultato sicuramente molto incoraggiante frutto dei comportamenti corretti delle persone e delle misure messe in atto durante le festività. “La sfida al virus è ancora molto complessa e bisogna prestare ancora tantissima attenzione”. Un invito dunque alla prudenza. Il rischio è ancora troppo alto.
Ne sono consapevoli i Governatori che precedentemente avevano chiesto la revisione delle misure restrittive.
L’aggiornamento della mappa dei contagi da Covid-19, pubblicata dal Centro Europeo ha finalmente concesso le giuste risposte, provvedimenti che consentiranno alle aziende, alle attività commerciali, all’intera società, una significativa ripresa. Un passaggio importante che segna l’inizio di un nuovo percorso.
Sebastiano Guzzi, Vice Presidente Nazionale Unilavoro Pmi, a tal riguardo ha sottolineato “le conseguenze determinate dalle misure di restrizioni, severe, ma opportune, hanno infierito pesantemente sull’economia di tutte le regioni italiane. Dalla fine di febbraio dell’anno scorso, la diffusione dell’epidemia ha provocato uno shock macroeconomico di notevole entità. La crisi oltre a colpire le aziende, ha determinato un peggioramento delle condizioni economiche delle famiglie, soprattutto di quelle meno abbienti, concentrate nel Mezzogiorno e nel Sud Italia. Nonostante gli aiuti messi in atto dal Governo, le loro condizioni e quelle delle aziende non hanno subito grandi miglioramenti”.
Unilavoro Pmi Catanzaro – si legge in una nota – “ha continuato a seguire, costantemente, le aziende, prospettando aiuti concreti e soluzioni mirate a contenere le difficoltà e i disagi, che hanno travolto tutte le imprese. Nell’arco di un tempo infinito e interminabile, che ha inciso profondamente sul tessuto socio-economico di questa Regione, noi non ci siamo mai sottratti ai nostri obblighi, e mantenendo fede ai nostri principi, che ci contraddistinguono da sempre, abbiamo sempre teso la mano e offerto il nostro reale e concretissimo supporto”.
La crisi sanitaria, ha concluso Guzzi, “è sfociata in una crisi finanziaria senza precedenti. Un crollo che si è registrato in tutte le regioni italiane e che ha segnato profondamente l’economia. Ora bisogna ripartire, sostenere il tessuto economico locale, lavorare insieme per il bene comune”.

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