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venerdì, 29 Marzo, 2024
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Controlli dei NAS a Parchi acquatici e Piscine: provvedimenti di chiusura anche a Reggio Calabria

Accertata la inidoneità delle acque utilizzate e pericolose per la salute umana a causa di potenziale rischio di tossinfezioni

Il nucleo Carabinieri dei Nas, nell’ambito della campagna dei controlli per verificare il livello di sicurezza dei servizi offerti, in relazione al prevedibile aumento di accessi degli utenti connesso con il flusso vacanziero e con le condizioni climatiche caratterizzate da intense temperature, ha ispezionato 288 strutture destinate all’uso ricreativo, parchi acquatici e piscine di cui 83 sono risultate irregolari. In 10 strutture è stata disposta la chiusura immediata degli impianti e aree ricreative acquatiche a causa di gravi criticità ritenute incompatibili con la prosecuzione dell’attività ludica e la frequentazione degli utenti. In 4 episodi nelle province di Messina, Viterbo e Latina, i controlli dei Carabinieri hanno accertato la inidoneità delle acque utilizzate negli impianti natatori e di divertimento, rilevando anche elevati contenuti di coliformi fecali e cariche batteriche, tali da rendere l’acqua pericolosa per la salute umana a causa di potenziale rischio di tossinfezioni.

I provvedimenti di chiusura hanno interessato 3 piscine abusive nelle province di Napoli, Reggio Calabria e Bari, riconducibili a proprietà private o strutture ricettive, adibite arbitrariamente ad aree aperte al pubblico con ingresso a pagamento, nonché altre 3 strutture recanti carenze strutturali ed autorizzative. Le violazioni, inoltre, hanno riguardato situazioni di inosservanza alla normativa di sicurezza dei luoghi di lavoro e di prevenzione ai rischi di utilizzo delle strutture da parte degli utenti, incluse le misure di contenimento alla diffusione epidemica del COVID-19, come l’assenza di cartellonistica informativa per gli avventori e la mancanza delle periodiche pulizie e sanificazioni.

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Rilevate carenze igienico e strutturali degli ambienti di preparazione dei pasti e sono stati sequestrati oltre 250 kg di alimenti nei punti di ristoro risultati scaduti e privi di tracciabilità, destinati alla clientela. Sono state in tutto 108 le sanzioni penali e amministrative elevate per un valore di oltre 40 mila euro.

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