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giovedì, 2 Maggio, 2024
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Consiglio regionale approva legge ‘De Masi’: Premialità a imprese che denunciano la ‘ndrangheta

Il Consiglio regionale della Calabria ha approvato la proposta di legge presentata unitariamente dal presidente dell’assemblea Filippo Mancuso e da tutti i gruppi, su “Premialità nelle procedure di aggiudicazione di contratti pubblici per le imprese resistenti alla criminalità organizzata”. “Una legge – ha detto il presidente della Regione Roberto Occhiuto – che intende promuovere una discussione anche a livello nazionale sulle modalità per intervenire sul codice degli appalti a vantaggio delle aziende e degli imprenditori che denunciano. Siamo stanchi di registrare nel dibattito nazionale sui temi del contrasto alla ‘ndrangheta l’assenza di strumenti eccezionali per stare a fianco di chi denuncia. E ci fa essere credibili come istituzioni quando chiediamo agli imprenditori, alle imprese di denunciare questi fenomeni”. Occhiuto ha evidenziato il lavoro di grande sollecitazione svolto dall’imprenditore Antonino De Masi, da anni sotto scorta dopo avere denunciato il racket.

“Mi ha chiesto – ha detto – di fare da promotore di questa legge, ma ho ritenuto che fosse il Consiglio nella sua interezza ad assumere un impegno in questa direzione, anche se la proposta è totalmente di De Masi. Il racconto che devono fare le istituzioni è quello di una Regione che sa ribellarsi ai poteri criminali che forniscono uno spot terribile a quelli che vogliono danneggiare la Calabria. Noi dobbiamo svolgere il nostro dovere di Amministratori contrastando in ogni modo le infiltrazioni di possibili poteri criminali, che hanno ormai i loro centri di gestione lontano dalla Calabria”. Occhiuto, che ha ricordato di aver fatto modificare la legge sulla valutazione delle liste dei candidati ha annunciato di aver chiesto all’assessore Pietropaolo di fornire alla Direzione investigativa antimafia anche i dati delle Aziende ospedaliere e sanitarie della Calabria.
“E’ bene – ha sostenuto il governatore -che ci sia un controllo da parte di chi ha strumenti per esercitare questo controllo. Abbiamo stipulato protocolli con Guardia di finanza e Carabinieri. Ma non basta. Chi è parte del gruppo dirigente della Calabria deve dimostrare di saper stare vicino a quelle persone che hanno avuto il coraggio di denunciare la ‘ndrangheta. Qualcuno ha detto che su questa legge c’è il rischio impugnativa del Governo perché non corrisponde con quanto previsto nel Codice degli appalti. Comunque servirà per discuterne a livello nazionale”.

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La proposta di legge è stata firmata dal presidente dell’assemblea Filippo Mancuso (Lega) e da Giacomo Crinò (Forza Azzurri), Michele Comito (FI), Giuseppe Graziano (Udc), Giuseppe Gelardi (Lega), Francesco De Nisi (FdI), Ferdinando Laghi (Lista De Magistris), Giuseppe Neri (FdI) Antonio Lo Schiavo (Misto) Domenico Bevacqua (Pd) , Davide Tavernise (M5S).
Al dibattito erano intervenuti, Amalia Bruni (Pd) che pur nella consapevolezza dei limiti della legge ha definito importante la prospettiva di “smuovere il Governo nazionale che su queste tematiche che – ha detto – hanno travalicato la Regione Calabria perché imprenditori sofferenti esistono da tutte le parti d’Italia”. Fiducioso che possibili competenze statali non tarpino le ali alla legge calabrese si è detto Ferdinando Laghi (Lista De Magistris). “Spero che la legge – ha detto che – abbia una ricaduta operativa pratica. Sarebbe opportuno – ha suggerito – seguirla nel tempo per verificare le ricadute sulla operatività quotidiana di quegli imprenditori che con coraggio si sono opposti alla criminalità organizzata”.

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