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martedì, 23 Aprile, 2024
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Confesercenti Reggio contesta il nuovo decreto sulle aperture: “Categorie discriminate e vessate”

Preoccupazione per le criticità delle nuove riaperture sono espresse da Claudio Aloisio, presidente di Confesercenti Reggio Calabria. “Dal 26 aprile – scrive Aloisio in una nota – il nuovo decreto varato dall’esecutivo, purtroppo per adesso non per noi dato che, sembra, rimarremo zona arancione, allenterà la morsa delle limitazioni alle quali sino ad oggi abbiamo dovuto sottostare. Peccato che alcune regole contenute nel decreto continuino ad essere incomprensibili e vessatorie solo per certe categorie che si troveranno escluse, senza alcun apparente motivo logico, da questa ripartenza“. Aloisio fa riferimento al settore della ristorazione, che potrà riaprire con il servizio al tavolo soltanto all’aperto: “Mi chiedo per quale oscuro motivo bar, ristoranti, pizzerie, siano stati esclusi dalla possibilità di operare al chiuso nel rigoroso rispetto delle regole avendo posto in essere, ormai da mesi e con investimenti non indifferenti, tutte le prescrizioni richieste dallo Stato riguardanti sanificazione, distanziamento e quant’altro. Si continua a trattare una categoria che avrebbe potuto diventare un formidabile alleato nella lotta alla pandemia, supportando le forze dell’ordine nel contrasto a comportamenti inadeguati e pericolosi per la salute pubblica, come un covo di “untori” da punire in quanto fonte di contagi. Tutto ciò quando studi e numeri escludono che i pubblici esercizi possano essere direttamente o indirettamente responsabili di un qualsivoglia aumento dei picchi epidemici”.

Aloisio rileva come “gli imprenditori, già in ginocchio dopo mesi di inattività forzata, continuano ad essere un facile capro espiatorio sul quale scaricare, oltre ai costi economici della crisi, anche le inadeguatezze di uno Stato che, non riuscendo a far rispettare le norme che lui stesso emana, ricorre alla scorciatoia delle chiusure e delle limitazioni”.

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E aggiunge: “In questo caso si è giunti al paradosso di aprire la gran parte delle normali attività escludendone solo alcune (penso anche alle palestre e le piscine che dovranno ancora aspettare o alle discoteche e il settore wedding neppure menzionati) senza fornire una motivazione che giustifichi queste scelte”.

A fronte di questo piano di riaperture che non convince gli esercenti, ci sarebbero altre strade da percorrere, ad esempio nell’ambito della ristorazione. In particolare, Claudio Aloisio ricorda la proposta di Confesercenti nazionale, contenuta nella petizione consegnata al Governo e firmata da quasi trentamila imprese, che prevede di consentire dalle 18 in poi solo il servizio ai tavoli così da evitare qualsiasi pericolo di assembramento. “In alternativa – spiega – si sarebbero potuti aprire i locali al chiuso permettendone l’ingresso su prenotazione solo ai vaccinati e a coloro in possesso di un certificato di guarigione o di test molecolare negativo”.

Conclude il presidente di Confesercenti Reggio: “Dobbiamo constatare come chi ci governa continui a dimostrarsi distante dai problemi reali che le imprese stanno affrontando ed è per questo che, come Fiepet Confesercenti Reggio Calabria, esprimiamo la nostra netta contrarietà all’attuale decreto che discrimina per l’ennesima volta alcune categorie con misure la cui efficacia nel contenimento della pandemia è tutta da provare”.

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