Corigliano Rossano (CS) – “Oltre ad essere spiccatamente punitivo sotto tutti gli aspetti, il mio trasferimento a Guantanamo Calabro equivale ad una condanna all’isolamento ininterrotto, dato anche l’impossibile contatto con i membri dell’Isis o supposti tali”. E’ quanto scrive l’ex terrorista dei Pac Cesare Battisti in una lettera scritta a mano e fatta pervenire dal carcere di Corigliano Rossano (Cosenza) dove ĆØ detenuto nel Reparto di alta sicurezza, dal suo avvocato Fianfranco Sollai. .”Voglio sperare che il Dap – scrive tra l’altro Battisti- trovi una sistemazione degna di un paese civile, senza costringermi a riprendere lo sciopero della fame. GiĆ che ĆØ preferibile finirla in un mese, con la gioia dell’ipocrisia nazionale, piuttosto che agonizzare un anno in condizioni vergognose e insostenibili”.
“Dopo l’isolamento forzato di Oristano – prosegue Battisti nella lettera – sono qui sottoposto a un regime di gran lunga piĆ¹ restrittivo. Il mio spazio vitale ĆØ stato ridotto ai minimi termini di sopravvivenza. In un clima di estrema tensione e ordinaria intimidazione, sorvegliato a vista e costretto all’ozio forzato in una cella di un terzo inferiore allo spazio della precedente, sprovvista di suppellettili indispensabili. Mi ĆØ stato confiscato il computer impedendomi di fatto di svolgere la mia attivitĆ di scrittore e concludere il mio ultimo lavoro rimasto in memoria”. “A una mia richiesta, ĆØ stato provocatoriamente risposto – sostiene ancora – che non risulta alle autoritĆ una mia professione che implichi la disponibilitĆ del computer o di altro materiale didattico. Come se non bastasse, mi ĆØ stata applicata una feroce censura. Questa non giĆ per la supposta ‘fitta attivitĆ epistolare eversiva’ (sic), come pretende il vergognoso provvedimento, al quale nessuno puĆ² seriamente credere, bensƬ con il chiaro obiettivo di impedirmi di interagire con le istanze esterne, culturali e mediatiche, grazie alle quali starei guadagnando consensi democratici e garantisti, di fronte alla vendetta dello Stato”.