Catricalà, dalla Calabria a Palazzo Chigi una carriera brillante

 
La procura di Roma ha aperto un’inchiesta sulla morte del giurista calabrese Antonio Catricalà, trovato morto stamane nella sua abitazione romana ai Parioli.
 
Il suo corpo era riverso sul balcone di casa ucciso da un colpo d’arma da fuoco. Pochi i dubbi sul suicidio. Aveva compiuto da due settimane 69 anni.
Nato a Catanzaro il 7 febbraio 1952 si era laureatosi con lode a 22 anni in Giurisprudenza alla Sapienza di Roma, allievo di Pietro Rescigno. Vinse ancora giovanissimo l’esame per la magistratura ed ottenne subito dopo  l’abilitazione per avvocato.
Dopo gli studi di Economia, sociologia, storia e scienza dell’amministrazione al Luigi Sturzo di Roma, in seguito a concorso divenne consigliere e presidente di sezione presso il Consiglio di Stato della Repubblica.
Autore di varie pubblicazioni e docente presso l’università romana Tor Vergata, ha presieduto l’Autorità garante della concorrenza e del mercato per sei anni, dal 2005 al 2011, quando accettò la nomina di sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio dei ministri a guida Mario Monti.
Nel 2013 lo troviamo viceministro allo sviluppo economico con il ministro Zanonato nel governo Letta e l’anno successivo candidato dal centrodestra alla carica di giudice della Corte costituzionale.
Era il 2014 Catricalà lasciò gli incarichi pubblici per fare l’avvocato. Nel 2017 divenne  presidente della società Aeroporti di Roma.