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lunedì, 13 Maggio, 2024
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Catanzaro: rissa in carcere tra detenuti di due sezioni diverse

Promotore della sommossa pare sia stato un detenuto che si potrebbe ormai definire "aggressore seriale", dato che non è affatto nuovo ad azioni simili.

I fatti risalgono a ieri mattina nella casa circondariale di Catanzaro dove, circa 20 detenuti di due sezioni diverse,  si sono affrontati tra loro per poi scagliarsi anche contro  gli agenti di polizia penitenziaria intervenuti a sedare la rissa. A segnalarlo in una nota è stato il segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria, Gennarino De Fazio: “promotore della sommossa – spiega De Fazio in una nota – pare sia stato un detenuto che si potrebbe ormai definire “aggressore seriale”, dato che non è affatto nuovo ad azioni simili, perpetrate in varie carceri del Paese e ripetutamente anche a Catanzaro, dov’è ritornato nonostante fosse stato trasferito proprio per ragioni di ordine e sicurezza. Lo stesso recluso, come in altre circostanze, aveva aggredito violentemente due appartenenti alla polizia penitenziaria. Da ciò che si apprende, solo nel tardo pomeriggio, grazie alla polizia penitenziaria intervenuta con rinforzi garantiti da operatori liberi dal servizio e appositamente richiamati, i disordini sono rientrati. La straordinaria professionalità degli appartenenti al Corpo non avrebbe reso necessario l’uso della forza”.

“Ormai nelle carceri – dice ancora De Fazio – si assiste a veri e propri episodi di guerriglia. Quello di Catanzaro, peraltro, è il maggiore penitenziario calabrese, con 640 detenuti presenti e solo 344 operatori di polizia penitenziaria assegnati, di cui molti solo sulla carta, laddove ne servirebbero almeno il doppio. Se a ciò si aggiunge una gestione complessiva dei circuiti detentivi e dei sistemi organizzativi, condotta dal Provveditorato regionale, che lascia molto a desiderare, è inevitabile che i livelli di sicurezza siano insufficienti e si presti il fianco a ogni tentativo di destabilizzazione dell’ordine e del regolare svolgimento della vita penitenziaria. A pagarne le spese, per di più, oltre agli operatori, sono i detenuti più deboli e meno facoltosi, che rischiano di venire sopraffatti”.

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“Si tratta di problematiche – continua De Fazio – più volte denunciate anche dal segretario generale della Calabria della Uilpa Polizia peniteziaria, Salvatore Paradiso, senza che ciò abbia prodotto particolari risultati né destato l’attenzione tangibile del competente Provveditorato”. “Appare pertanto il caso – conclude il segretario generale dell’Uilpa – di richiamare l’attenzione dei vertici del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria affinché esaminino con attenzione quanto sta avvenendo in Calabria ed a Catanzaro e prendano in seria considerazione l’opportunità d’intervenire direttamente. Non solo per rafforzare gli organici, ma anche e non per ultimo per imprimere una necessaria svolta nella gestione regionale del settore”.

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