Catanzaro – Salvatore Curatolo, sessantacinque anni, condannato all’ergastolo ostativo per reati di mafia, conseguendo il voto di 110 e lode, nella sala teatro del carcere di Catanzaro, si è laureato in Sociologia con la tesi dal titolo “Ergastolo ostativo – percorsi e strategie di sopravvivenza”.
Ventotto anni ininterrotti di reclusione, di cui dodici in regime di 41 bis, hanno “costretto” Salvatore Curatolo a studiare, “perché mi sentivo in imbarazzo con le mie figlie che studiavano sempre”, racconta candidamente Curatolo, durante la discussione della sua tesi. “E così, in carcere prima ho preso la licenza elementare, poi la media, quindi, il diploma ed oggi realizzo un sogno inimmaginabile laureandomi”.

“Una bella storia di speranza” – secondo il Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, Agostino Siviglia – che ha partecipato alla sessione di laurea tenutasi in carcere a Catanzaro.
“Una bella storia che proviene dal carcere – continua Siviglia – che non è solo luogo di esclusione o di violenza, come purtroppo i fatti di santa Maria Capua Vetere ci hanno mostrato, ma che grazie alla grande professionalità come quella della direttrice dell’istituto penitenziario di Catanzaro, Angela Paravati, nonché della cruciale collaborazione con l’Università ‘Magna Graecia’ di Catanzaro, diviene anche e soprattutto luogo di formazione e di opportunità. Del resto – conclude Agostino Siviglia – come ha augurato il Garante Nazionale Mauro Palma, intervenuto all’evento con un video messaggio -, “quelle due brutte parole contenute nel titolo della tesi, “ostativo” e “sopravvivenza”, anche in carcere, possono trasformarsi in “opportunità” e “vita”.

















