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giovedì, 28 Marzo, 2024
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Cassano, lezione di giornalismo con Progetto UISP di educazione di genere per gli studenti delle scuole superiori

Cassano Ionio (CS) – Per tenere viva l’attenzione sul tema della violenza di genere anche dopo il 25 di Novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, designata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel 1999, presso l’ IISS “ Erodoto di Thurii” di Cassano all’Ionio, diretto dalla D.S. Anna Liporace, si è tenuta una lezione sul tema, svolta dalla giornalista, Anna Rita Cardamone, Asia Catucci, presente la referente del progetto, Grazia Ciappetta, che ha interessato due classi dell’Istituto. La lezione era inserita nel progetto “Differenze” una sorta di Laboratori sperimentali di educazione di genere nelle scuole medie superiori per contrastare la violenza sulle donne.

Il progetto, lo ricordiamo, è partito nel mese di ottobre e sta coinvolgendo 700 giovani delle scuole superiori in 14 città e per la Calabria, appunto Cassano Ionio, grazie al Comitato territoriale UISP Castrovillari, diretto dall’Avv. Ilaria Oliva. Il progetto promosso dall’Uisp – Unione Italiana Sport Per tutti, in partnership con la Rete nazionale dei centri antiviolenza D.i.Re, è finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con l’obiettivo di contribuire a sensibilizzare i giovani sul tema per renderli consapevoli e per contrastare la violenza maschile sulle donne, ma anche i crescenti episodi di cyberbullismo e omo-lesbo-bi-transfobia, a partire da un ripensamento delle relazioni tra pari. Una sorta di cantiere di formazione e crescita per contrastare la violenza di genere, stereotipi e pregiudizi sessisti. Ritornando alla lezione, che si è svolta attraverso slide e filmati, ha catturato l’attenzione degli studenti. Si è partiti dalle sorelle Mirabal che con il loro sacrificio, diedero vita proprio all’istituzionalizzazione della giornata contro la violenza sulle donne, passando per uno dei simboli più noti, a livello, mondiale, della lotta contro la violenza di genere le scarpe rosse. Ma anche riflessioni. A distanza dei 22 anni dall’istituzionalizzazione del 25 novembre, purtroppo, siamo costretti a raccontare ancora oggi la strage infinita delle donne; una ogni 72 ore uccise per mano di chi diceva di amarle.

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L’uguaglianza di genere e l’emancipazione femminile sono traguardi ancora lontani se nel solo anno 2020 sono state ben 91 le vittime di femminicidio in Italia, 81 delle quali avvenute in ambito domestico e/o familiare. Un breve escursus sul rapporto EURES, sulla sfida contro il femminicidio che si gioca esclusivamente nel campo della prevenzione; sul fatto di denunciare, anche in anonimato attraverso l’App YouPol, della Polizia di Stato o telefonando al 1522, numero antiviolenza istituito nel 2006 dal Dipartimento per le Pari Opportunità, che accoglie con operatrici specializzate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking. Dall’inizio della pandemia si è manifestato un preoccupante aumento degli episodi di violenza sulle donne, e il fenomeno ha coinvolto anche l’Italia. Dai dati forniti dall’Associazione Nazionale D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza che riunisce più di 80 associazioni che gestiscono centri antiviolenza e case rifugio su tutto il territorio italiano, il numero delle donne che si sono rivolte a un Centro antiviolenza della rete della Rete D.i.Re per chiedere sostegno nel periodo 6 aprile – 3 maggio 2020 risulta aumentato del 79,9% rispetto all’anno 2018.

Breve accenno anche al “Codice Rosso”, provvedimento entrato in vigore dal 9 agosto del 2019 che prevede l’introduzione di una corsia veloce e preferenziale per le denunce e le indagini riguardanti casi di violenza contro donne o minori, come avviene nei pronto soccorso per i pazienti che necessitano di un intervento immediato. E per non dimenticare il rosa che diventa rosso sangue, ci si è soffermati su episodi di cronaca che hanno interessato donne della provincia di Cosenza morte per mano di coloro che dicevano di amarle. Il primo caso in Calabria registrato che poi ha dato modo alla fondazione “Roberta Lanzino” di Cosenza, di parlare di violenza sulle donne, l’uccisione di Roberta Lanzino, 19 anni, avvenuta nel luglio del 1988, fino ad arrivare al 13 settembre 2021 con l’uccisione di Giuseppina De Luca, 46 anni, originaria di Morano Calabro. Episodio avvenuto ad Agnosine in provincia di Brescia. La lezione si è conclusa con questa frase letta ad alta voce da tutti gli studenti: “L’uguaglianza di genere e l’emancipazione femminile sono traguardi ancora lontani ed è necessario l’impegno da parte di tutti per migliorare tale condizione. I femminicidi non sono omicidi qualsiasi: sono donne uccise in quanto donne, vittime di una violenza che si nutre di ignoranza, pregiudizi e omertà»

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