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sabato, 20 Aprile, 2024
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Calcio, Gip archivia querela di 7 arbitri contro giornalista Bruno Palermo

Crotone – Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Crotone, Romina Rizzo, ha archiviato la querela presentata da sette arbitri di calcio contro il direttore della testata CrotoneNews, il giornalista Bruno Palermo. La querela contro Palermo, che da anni è anche collaboratore di Sky Sport e Tuttosport, è stata presentata al Tribunale di Crotone da uno studio legale di Bologna a nome e per conto degli arbitri attualmente della serie A Davide Ghersini, Ivan Pezzuto, Livio Marinelli, Antonio Rapuano, Marco Piccinini, Francesco Forneau, Alessandro Prontera e Gianluca Aureliano. I direttori di gara avevano ritenuto diffamatorio un editoriale del 19 febbraio 2019 pubblicato sul sito crotonenews.com, a firma di Palermo, nel quale venivano messi in evidenza una serie di episodi contrari al Crotone nel corso di partite del campionato di Serie B della stagione 2018-2019.
La critica del giornalista non era piaciuta agli arbitri che avevano presentato querela per diffamazione. Già il sostituto procuratore Alessandro Rho aveva archiviato la querela, ma i sette arbitri, attraverso il proprio legale, avevano presentato opposizione. Per questo il gip ha convocato una udienza nella quale Palermo, difeso dall’avvocato Aldo Truncé, ha ribadito il diritto alla libertà di stampa e di pensiero evidenziando che i toni usati erano di critica e non di offesa. Oggi è arrivata l’archiviazione che il gip ha così motivato: “Dalla lettura degli atti, in particolare dell’articolo incriminato, si ricava che pur in presenza di una critica aspra nei confronti delle persone offese, appaiono comunque condivisibili le articolate argomentazioni, supportate da orientamenti della giurisprudenza di legittimità, formulate dal pubblico ministero”.
Il giudice sottolinea che l’articolo “contiene comunque una ricostruzione degli accadimenti sportivi, e dunque una serie di fatti realmente accaduti, ai quali fa seguito una valutazione del giornalista, che pur connotata da toni critici piuttosto aspri, non si ritiene sia supportata dal dolo della diffamazione, ma dalla mera volontà di criticare l’altrui operato secondo una valutazione, personale, ma comunque ancorata ad accadimenti reali. Peraltro, tali valutazioni trovano giustificazione anche nel fatto che il settore in cui si è sviluppata la vicenda è quello delle competizioni calcistiche ove ordinariamente i toni critici sono piuttosto aspri”.

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