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venerdì, 19 Aprile, 2024
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Boom di bronchioliti, la denuncia dei pediatri: “Accessi aumentati del 300%, il Governo intervenga”

In molte realtà del Paese le Pediatrie sono messe a dura prova dall’epidemia di infezioni respiratorie nei bambini, specie le bronchioliti da Virus Respiratorio Sinciziale (VRS) che sta colpendo in particolare i bambini sotto l’anno di vita. Se a ciò si somma la contemporanea circolazione di altri virus respiratori come influenza e adenovirus (senza dimenticare che il Covid-19 non ha mai smesso di circolare) la situazione risulta in alcuni casi davvero difficile, con accessi record in Pronto Soccorso, situazioni di congestione in alcuni ospedali e massima occupazione dei posti letto che mettono alcune realtà in sofferenza. A rilevarlo è la Società Italiana di Pediatria (Sip), che ancora una volta insiste sulla necessità di rafforzare “l’anello debole” dell’assistenza pediatrica, ossia le terapie intensive pediatriche, “poche e mal distribuite sul territorio nazionale”, chiedendo su questo tema un intervento del Governo.

“La situazione è difficile, ma il sistema tiene, seppur con grandi sforzi”, afferma Giuseppe Banderali, vicepresidente Sip e direttore della Neonatologia e Pediatria dell’Ospedale San Paolo di Milano. “Registriamo un notevole incremento di accessi al PS rispetto agli ultimi due anni; da novembre i posti letto sono sempre pieni, occupati per il 60% da bambini con infezioni respiratorie, di cui il 20-25 % sono bronchioliti da VRS”.
Anche alla luce di questa situazione, la Sip mette in evidenza il sottodimensionamento delle terapie intensive pediatriche (TIP). “L’assenza di un codice ministeriale che le identifichi in maniera precisa (presente per tutte le altre discipline assistenziali nel nostro Paese) rende molto difficile stimare il loro numero esatto”, spiega la Società. “Facendo riferimento a dati empirici, nel nostro Paese ci sono circa 3 letti di Terapia intensiva con specificità pediatrica ogni milione di abitanti. Un valore di circa la metà di quello inglese e di circa un terzo rispetto a Austria, Svizzera, Germania o USA”.
“Assistere i bambini in unità di terapia intensiva dedicate significa migliorare la prognosi rispetto a coloro che vengono ricoverati in terapie intensive per adulti. Questo è tanto più vero quanto il bambino è più piccolo e più grave. Le TIP sono infatti tarate sui bambini e hanno un’elevata specificità non solo dei device, ma anche delle competenze del personale”, afferma la presidente della Sip Annamaria Staiano.
“Chiediamo al Governo – conclude la presidente Sip – non solo un loro rafforzamento, con un aumento dei posti letto e del personale, ma anche un impegno a lavorare insieme alle Società Scientifiche per una riforma volta a mettere in rete tutti i punti di offerta, così da garantire un’assistenza omogenea a tutti i bambini in ogni area del Paese. E’ urgente inoltre che venga assegnato un codice ministeriale di disciplina alle TIP, passaggio essenziale per avere un quadro preciso della situazione attuale”.

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Che cos’è?
La bronchiolite è un’infezione virale che si verifica improvvisamente (acuta) e colpisce i bronchi e i bronchioli (tratto respiratorio inferiore) dei neonati o, comunque, dei bambini sotto i 2 anni di età con una più alta diffusione (prevalenza) nei primi 6 mesi di vita.
Cause
Nel 75% dei casi il microrganismo responsabile della bronchiolite è il virus respiratorio sinciziale (VRS), ma la malattia può essere causata anche da altri virus quali: metapneumovirus, coronavirus, rinovirus, l’adenovirus, virus influenzali e parainfluenzali. Il contagio avviene per contatto diretto. Il periodo di incubazione può variare da 6 a 10 giorni. Il maggior numero di nuovi casi (incidenza) si verifica tra novembre e marzo. Di solito, la guarigione avviene spontaneamente senza alcuna cura. Raramente, è necessario il ricovero in ospedale.
Sintomi
I primi disturbi (sintomi) causati dalla bronchiolite sono simili a quelli di un raffreddore comune: naso che cola (rinorrea), infiammazione nasale (rinite) e tosse, spesso accompagnati da febbricola.
Successivamente, la tosse può diventare insistente e tendere ad aggravarsi gradualmente. La respirazione può divenire rapida e rumorosa (dispnea) e può essere caratterizzata da rientramenti intercostali (la fossetta del collo subito sopra lo sterno e gli spazi tra le costole, ad ogni inspirazione, rientrano). Nella maggior parte dei casi, la guarigione è spontanea, non richiede alcuna cura e la malattia si risolve senza conseguenze nel giro di una dozzina di giorni. Tuttavia, nei bambini al di sotto dei sei mesi di età, si verifica spesso una diminuzione dei livelli di ossigeno nel sangue. Nei neonati al di sotto delle 6 settimane di vita, nei nati prematuri o nei bambini affetti da malattie persistenti nel tempo (croniche), aumenta il rischio di pause respiratorie prolungate (apnea). La difficoltà di respirazione insieme al rifiuto di alimentarsi può determinare una disidratazione più o meno preoccupante. In questi casi, per tenere sotto controllo l’idratazione e il funzionamento del cuore e dei polmoni (funzionalità cardio-respiratoria) il pediatra curante potrebbe consigliare un eventuale ricovero.

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