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mercoledì, 24 Aprile, 2024
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Blitz a Crotone: i NOMI degli indagati

L’operazione di questa mattina, riguardante l’articolazione criminale denominata “locale di ‘ndrangheta di Mesoraca” ha portato all’arresto di 31 soggetti indagati per delitti di associazione per delinquere di matrice mafiosa, concorso esterno nella stessa, estorsioni aggravate dal metodo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, gestione illecite dei medesimi, associazione per delinquere finalizzata al traffico, alla produzione ed allo spaccio di sostanze stupefacenti ed altri reati, con l’aggravante di essere un’associazione armata. Disposto anche il sequestro preventivo di 12 società attive a Mesoraca, Petilia Policastro, San Giovanni in Fiore e Rogliano riconducibili agli indagati.

Custodia cautelare in carcere per: Mario Donato Ferrazzo, Francesco Ferrazzo, Ernesto Ferrazzo, Kevin Ferrazzo, Trocino Francesco, Antonio Spadafora, Pasquale Spadafora, Carmine Serravalle (classe ‘69), Carmine  Serravalle (classe ‘63), Domenico  Serravalle (classe 1973), Domenico  Serravalle (classe 1965), Salvatore  Serravalle, Pietro Fontana, Giovanni Foresta, Domenico Grano, Giuseppe Grano, Salvatore Serrao, Rosario Piperno, Santo Fuoco, Luigi Mannarino, Francesco Manfreda, Antonio Manfreda, Vincenzo Mantia, Fortunato Matarise, Pierluca Polizzi, Nicola Miletta, Francesco Serrao.

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Ai domiciliari invece: Pasquale Sacchietta, Luigi Sacchietta, Andrea Sacchietta, Domenico Nicolazzi.

Le misure emesse dal Gip presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale Dda, sono state eseguite dai carabinieri del comando provinciale di Crotone, unitamente a quelli del Ros e del Nipaf di Cosenza. L’ordinanza comprende le risultanze investigative raccolte dai reparti dell’Arma in un arco temporale compreso tra gli anni 2014 e il 2022, coordinate e dirette dalla Dda di Catanzaro, nei confronti della “Locale” di ‘ndrangheta di Mesoraca (KR).

Intercettazioni, acquisizione di documenti e contributi di collaboratori di giustizia avrebbero permesso di ricostruire l’operatività della consorteria mafiosa ed i collegamenti con le omologhe organizzazioni criminali delle province di Crotone, Reggio Calabria e Cosenza. Tra i reati emersi, quelli estorsivi ai danni di imprenditori e commercianti, l’illecita concorrenza nell’attività commerciale e la turbativa di incanti pubblici oltre che il narcotraffico, posto in essere attraverso il controllo delle piazze di spaccio di droga dei comuni di Mesoraca (KR) e Petilia Policastro (KR).

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