Il Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, esprime profonda preoccupazione in merito al recente episodio che ha visto il prelievo forzato di un minore con disturbo ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) dalla sua famiglia, nonostante gli evidenti sforzi della madre nel garantire le necessarie cure al figlio. “L’accaduto – spiega – come riferito dagli organi di informazione, solleva gravi dubbi sull’approccio adottato dalle autorità competenti e sull’adeguatezza delle misure che hanno portato alla separazione del minore dalla madre, senza prove concrete di un rischio imminente per la sua sicurezza”. Antonio Marziale sottolinea che: “Secondo quanto dichiarato dai legali della madre, la decisione di allontanare il bambino, in una situazione in cui la madre era attivamente coinvolta nel trattamento del disturbo ADHD, appare non solo eccessiva, ma anche priva di giustificazioni proporzionate”.
In considerazione di quanto accaduto e alla luce di altri casi di allontanamento controversi, il Garante preannuncia: “Un ricorso immediato ai Ministeri competenti per avviare un esame approfondito sulla gestione delle misure di allontanamento dei minori. L’obiettivo è garantire che ogni decisione venga presa esclusivamente su evidenze concrete di pericolo per il minore, evitando azioni che possano causare danni psicologici inutili e ingiustificati”.
Marziale evidenzia la necessità di: “Introdurre misure di monitoraggio sulla conformità delle procedure di allontanamento alle normative nazionali e internazionali, con particolare attenzione alla valutazione delle situazioni di rischio da parte degli enti competenti. È fondamentale garantire maggiore trasparenza e responsabilità nelle azioni delle autorità coinvolte, in modo che ogni intervento volto alla protezione dei minori sia sempre giustificato, tempestivo, proporzionato e rispettoso del diritto alla famiglia”.
Il Garante conclude dichiarando che: “La tutela dei minori deve sempre essere basata sul principio che ogni decisione venga presa nel miglior interesse del bambino, rispettando la famiglia come nucleo fondamentale di crescita e stabilità. Invito pertanto tutte le autorità competenti a rivedere le attuali procedure, affinché episodi simili non si ripetano e i diritti dei minori vengano sempre tutelati”.