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lunedì, 24 Novembre, 2025
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Avvelenamento nel Vibonese: il quantitativo raccolto potevano causare una strage

E’ in condizioni stazionarie il paziente trasferito nei giorni scorsi dall’ospedale di Vibo Valentia al Policlinico Umberto I° di Roma e sottoposto a trapianto per una gravissima insufficienza epatica conseguente al consumo di funghi raccolti nei boschi del vibonese e consumati a casa. L’indagine epidemiologica sul caso, condotta con meticolosità dai Micologi dell’ASP di Vibo Valentia dott.ssa Manuela Rondinelli e dott. Pasquale Piccione, in collaborazione con il Micologo dott. Ernesto Marra, Responsabile dell’Ispettorato Micologico dell’ASP di Cosenza, ha consentito di ricostruire la dinamica dell’evento che, altrimenti, sarebbe stato archiviato senza l’identificazione certa della specie fungina responsabile. Tale attività ha così messo in luce che il gravissimo episodio avrebbe potuto avere conseguenze più vaste e coinvolgere un ampio numero di consumatori. L’inconsapevole raccoglitore, infatti, aveva effettuato un’imponente raccolta di funghi tossici potenzialmente mortali, (in foto gli oltre 3 kg) e dopo averne assaggiato solo una piccola quantità, aveva riposto i rimanenti nel congelatore domestico per utilizzarli in seguito con familiari e amici.

All’intervento dei Micologi, purtroppo, l’intero quantitativo era già stato eliminato e non residuavano reperti da esaminare, ma l’indagine ha fatto emergere una foto dell’intero raccolto (sopra pubblicata), realizzata da un familiare, dalla quale i Micologi hanno potuto identificare, con certezza, il fungo responsabile come Amanita phalloides, specie altamente epatotossica, la cui tossina, “amanitina” è uno dei veleni più potenti presenti in natura. Considerando che la dose letale di amanitina, per un individuo adulto, è rappresentata dal quantitativo presente in un solo cappello di fungo fresco di medie dimensioni, l’insieme dei funghi raccolti (oltre 40 esemplari) avrebbe potuto mettere a rischio altrettanti potenziali consumatori. L’episodio, per il grave esito e per le potenziali gravi conseguenze collettive che avrebbe potuto determinare, impone la massima attenzione e richiama la necessità di attuare una capillare formazione micologica di base per i raccoglitori amatoriali nonché l’importanza di sottoporre i funghi raccolti, prima di portarli in tavola, alla certificazione di commestibilità gratuita presso gli Ispettorati Micologici delle ASP, così come anche raccomandato dal Settore Prevenzione e Sanità pubblica del Dipartimento Regionale Salute e Welfare, che da anni promuove un’ampia attività di prevenzione in tale ambito.

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Occorre ricordare che in caso di malessere dopo aver consumato funghi non bisogna sottovalutare i sintomi ma è necessario raggiungere immediatamente il più vicino Pronto Soccorso portando con sé eventuali residui della raccolta o del pasto consumato. Ciò consentirà al Micologo dell’ASP, chiamato ad intervenire nell’imminenza, di identificare precocemente la specie coinvolta ed essere così di supporto al Medico che ha in carico il paziente per la diagnosi oltre che al Tossicologo del Centro Anti Veleni che suggerirà il protocollo terapeutico più adatto in base alla specie fungina identificata.

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