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venerdì, 29 Marzo, 2024
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Attivista del MeetUp chiede a Speranza un centro per la cura dei disturbi alimentari in Calabria

È indirizzata al ministro della Salute, Roberto Speranza, al commissario alla Sanità, Guido Longo, e ai parlamentari calabresi la lettera di un’attivista del Meetup calabrese, Dalila Di Lazzaro, che chiede di aprire un centro per la cura dei disordini alimentari (Dca) in Calabria, attualmente inesistente.
L’appello è stato firmato già da 188 persone tra cui i parlamentari Rosa Silvana Abate, Paolo Parentela, Anna Laura Orrico, Bianca Laura Granato, Laura Ferrara, il consigliere regionale Giuseppe Graziano e alcuni consiglieri comunali. In particolare, Rosa Silvana Abate, in una nota, ha espresso il proprio pensiero in merito sottolineando l’urgenza di un intervento. Abate, senatrice del gruppo misto, scrive: “Ritengo anche io che sia necessaria e non più procrastinabile l’apertura di un centro per DCA residenziale (Disturbi Comportamento Alimentare) in Calabria. Ho affiancato sin da subito la richiesta di Dalila Di Lazzaro e continuerò a sostenerla sempre e in ogni sede, facendo tutto quanto sia nelle mie possibilità per trovare una soluzione a questo problema che affligge, non soltanto tanti adolescenti, ma anche tanti adulti e che preoccupa quelle famiglie disperate che non sanno proprio come gestire delle situazioni estremamente difficili. Si tratta di fenomeni piuttosto gravi che colpiscono in modo subdolo e drammatico migliaia di giovanissimi, per lo più ragazze, fin dall’età puberale e mostra una continua evoluzione nelle modalità e nella tipologia di diffusione”.
Continua Abate: “Ora è il momento di dire basta. C’è bisogno di maggiore conoscenza del problema: non è un caso che al Senato in Commissione Sanità si sta lavorando ad una legge sui disturbi alimentari (Ddl 189). Io stessa ho chiesto di audire un luminare che opera alla Federico II di Napoli e che da quasi trent’anni si occupa di questi gravi disturbi del comportamento alimentare. È ormai necessario un intervento di legge a livello nazionale per indirizzare e aiutare le famiglie, la scuola e gli operatori sanitari a compiere tutti quegli interventi che permettono di aiutare le persone in difficoltà ad uscire da questo tipo di patologia e a renderlo meno vulnerabile. Disturbi seri come questi non possono rimanere più nascosti e, soprattutto, la Calabria non può e non deve essere nuovamente fanalino di coda anche in questo caso”.
 

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