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domenica, 28 Aprile, 2024
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Assistente materna per favorire il benessere psicofisico della neo-mamma e del neonato

Il governo Meloni starebbe valutando l’istituzione di una nuova figura professionale, l’assistente materna, che affiancherà le neomamme nei primi sei mesi di vita del neonato. L’assistenza, si legge, si attiverà a richiesta: circa venti ore a disposizione per i primi tre mesi di gravidanza, estendibili fino a sei mesi. L’incaricata, avrà il compito di stabilire un rapporto personale e diretto con la neo madre e dovrà fornirle un aiuto, costante e concreto, nelle attività quotidiane. Quando non sarà presente fisicamente, sarà possibile contattarla tramite telefonate o video call. Per questa nuova figura, che molto probabilmente verrà introdotta con la nuova legge di Bilancio, non sarà richiesta alcuna laurea, ma un corso di formazione. Il governo, come riporta l’Ansa, ha intenzione di stanziare tra i 100 ed i 150 milioni di euro.

La proposta, che merita attenzione e approfondimenti, ha suscitato reazioni contrastanti tra le forze politiche e le associazioni. Da una parte, i sostenitori che hanno elogiato l’idea di professionalizzare figure che possano aiutare concretamente le neo mamme alle prime armi. Dall’altra parte, le critiche di chi ha sottolineato la carenza di consultori familiari e altre problematiche. Anche la Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica ha espresso la sua disapprovazione, sostenendo che le cure post-natali sono competenza esclusiva delle ostetriche, che sanno riconoscere le situazioni patologiche e garantire la sicurezza delle neomamme. “La questione -sottolinea Sebastiano Guzzi, Vice Presidente Nazionale Unilavoro Pmi – va affrontata con cautela. Sappiamo bene, evidenzia l’imprenditore lametino, che il post parto è un periodo molto delicato durante il quale le donne vivono momenti di forte stress, di paura, di sconforto. Molte di esse vivono lontane dalla famiglia e sono così costrette a gestire situazioni nuove, difficili e molto delicate. Gestire un neonato non è semplicissimo. Richiede non solo scrupolosa attenzione, ma tanta energia, serenità, concentrazione, forza fisica. Alcune riescono, altre no. Subentrano quindi disagi, timori e senso di inadeguatezza”.

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“L’assistente materna – precisa Guzzi – che non è una figura sanitaria, può svolgere un ruolo fondamentale. Il suo supporto, nei primi sei mesi di vita del neonato, sarebbe in grado di assicurare serenità e conforto alle neo mamme, e spazzare via quel senso di inadeguatezza che imprigiona tante donne in un vortice senza via d’uscita. L’obiettivo è soprattutto quello di prevenire e contrastare la sindrome depressiva post partum, e quello di favorire il benessere psicofisico della madre e del bambino. Davvero strano quindi, continua, che questa proposta non venga accolta con plauso ed entusiasmo, e inconcepibile la posizione, di chi mostra sconcerto e indignazione. Sono certo- conclude Guzzi – che quest’iniziativa, che si ispira a modelli già esistenti in Francia e nei Paesi nordici, dove l’assistente materna è una figura riconosciuta e apprezzata, mostrerà il suo valore e la sua forza”.

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