C’era anche don Giacomo Panizza, il sacerdote 77enne originario di Pontoglio (Brescia) ma da 50 anni in Calabria dove dirige la Comunità Progetto Sud di Lamezia Terne, a bordo del treno che nella notte dello scorso 4 ottobre viaggiava nella zona di Leopoli con altri 109 attivisti italiani. Il convoglio è stato sfiorato dalle bombe russe.
“Abbiamo cominciato a sentire come delle mitragliate e poi ci siamo resi conto invece che era la contraerea contro dei droni che stavano arrivando, e li hanno abbattuti- racconta don Giacomo-. La missione è stata buona però dopo questa mattinata tremenda, abbiamo attraversato la paura”.
Al momento dell’attacco, aggiunge – aggiunto telefonicamente dalla TgR Calabria – “eravamo molto vicini alla Polonia, ormai il punto è quello lì perché anche un treno era stato assaltato l’altra notte. Paura? Tanta, chi in un modo, chi nell’altro, chi prega per esempio. Le città sono grandi e anche le campagne sono grandi. Ma questi ormai dicono: abito qui, sto qui e voglio continuare a vivere”.