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giovedì, 28 Marzo, 2024
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Al quotidiano “Libero” di Feltri contributi statali per milioni di euro

Le ultime e pessime “uscite” di Vittorio Feltri direttore del quotidiano “Libero” sulla presunta inferiorità di meridionali hanno riaperto il dibattito se sia giusto che un giornale guidato da una persona che sostiente tali tesi in televisione ma anche spesso sul suo stesso foglio possa ricevere contributi economici pubblici. Basta leggere alcuni titoli. (nella foto).
In tanti si chiedono (sui social sono migliaia i commenti) se i soldi di tutti gli italiani debbano ancora andare a sostenere iniziative editoriali di evidente stampo “razzista”.
La libertà di informazione è uno dei capisaldi della democrazia sia ben chiaro ma questa non deve mai sconfinare nell’incitamento all’odio razziale, religioso o politico. Questo non deve essere tollerato in alcun modo e, soprattutto, non deve essere finanziato con i contributi dello Stato.
Il finanziamento diretto all’editoria, infatti, ha l’obiettivo di sostenere il pluralismo dell’informazione aiutando in particolare le piccole testate locali, quelle delle minoranze linguistiche e quelle indipendenti, come in teoria dovrebbero essere quelle edite da cooperative di giornalisti.
Secondo quanto reso noto dal Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della presidenza del Consiglio dei ministri nel 2018 “Libero” ha beneficiato di ben 5,4 milioni di euro posizionandosi al terzo posto tra i quotidiani sostenuti da risorse pubbliche.
Ecco la calssifica dei quotidiani e periodici che ricevono più contributi:
Dolomiten (6,1 milioni di euro)
Avvenire (5,5)
Libero (5,4)
Il Manifesto (3)
Il Quotidiano del Sud (2,9)
Primorsky Dnevnik (2,6)
Cronacaqui (2,3)
Corriere di Romagna (2,2)
CronacheDi (1,3)
Quotidiano di Sicilia (1).
La legge sui contributi esclude invece tutti i grandi quotidiani nazionali, come Repubblica, Corriere della Sera e Stampa. Ma ci sono alcune eccezioni per i quotidiani di medie dimensioni, come abbiamo visto, per esempio Avvenire e Libero. I grandi gruppi, e tutti gli altri, usufruiscono invece dei contributi indiretti alla stampa, per esempio gli sconti sull’acquisto della carta.
Secondo Datamediahub, i dati sul finanziamento pubblico relativi al 2019 mostrano che la situazione in Italia sta lentamente migliorando, ma che i finanziamenti sono ancora troppo concentrati. Inoltre, su cento testate finanziate, le prime dieci assorbono metà dei finanziamenti e le prime tre (Dolomiten, Avvenire e Libero) ne assorbono quasi un quarto.

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