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giovedì, 19 Giugno, 2025
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Al Nord si lavora 27 giorni in più all’anno rispetto al Sud dove gli stipendi sono più bassi del 35%

Come evidenzia un’analisi realizzata dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, il divario Nord-Sud ha tante facce: redditi, istruzione, servizi, mobilità. Ma ora anche il calendario racconta una distanza che continua ad allargarsi. Il rapporto ha analizzato il numero medio di giornate effettivamente lavorate da operai e impiegati del settore privato nel 2023. Prendendo in esame le categorie professionali di operai e impiegati, l’associazione di Mestre “incorona” Lecco come provincia che registra il maggior numero di ore lavorate nel 2023. Nella città lombarda il cartellino viene timbrato in media 264,9 giorni all’anno. Sul podio si posizionano inoltre i dipendenti privati residenti nelle province di Biella e di Vicenza, rispettivamente in seconda e terza posizione con 264,3 e 263,5 giorni lavorati. Nelle prime dieci posizioni trovano spazio altre province del Nord Italia. Al quarto posto spunta Lodi con 263,3 giorni, “tallonata” da Vicenza, Padova e Monza-Brianza, tutte con valori sopra quota 263. Tra le province più operose ci sono inoltre Treviso e Bergamo, entrambe con più di 262 giorni lavorati nell’arco dei dodici mesi. Per quanto riguarda le province con meno presenze, fanalino di coda è Vibo Valentia con una media di 193,3 giorni lavorati nel corso dell’anno. Agli ultimi posti spiccano poi Foggia, Trapani, Rimini e Nuoro, dove operai e impiegati timbrano il cartellino in media tra le 205 e le 213 volte all’anno, al di sotto della media italiana di 246,1 giorni.

Stando allo studio della Cgia, negli ultimi due anni la retribuzione al Settentrione ha raggiunto una media giornaliera di 104 euro lordi, oltre un terzo più “pesante” rispetto al Sud, dove il salario quotidiano non supera solitamente i 77 euro lordi al dì
A livello di retribuzioni, nel 2023 Milano si è aggiudicata la “palma d’oro” tra le province con una media di 34.343 euro relativa agli stipendi medi annui. A seguire emergono altre province del Nord da Monza-Brianza (28.833 euro) al distretto della “motor valley” emiliana, rappresentato da Parma, Modena, Bologna e Reggio Emilia, dove la media degli stipendi oscilla tra i 26.937 e i 27.671 euro all’anno. A trainare le retribuzioni sono soprattutto comparti di eccellenza del made in Italy come auto di lusso, automotive, meccanica, meccatronica, biomedicale e agroalimentare, settori tutti caratterizzati da un’elevata produttività che trovano la concentrazione maggiore tra Lombardia ed Emilia-Romagna.

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Di fronte a una media italiana delle retribuzioni che nel 2023 si è attestata a 23.662 euro all’anno, l’analisi Cgia fotografa i salari più bassi in alcune province del Sud Italia: Trapani, Cosenza, Nuoro e Vibo Valentia dove le buste paga si aggirano in media tra i 13.388 e i 14.854 euro all’anno.

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