Lamezia Terme – È notizia di qualche giorno fa l’inaugurazione presso l’Aeroporto di Brindisi della prima torre di controllo gestita da remoto (Remote Digital Tower) in Italia. Permetterà di gestire 24 ore su 24 le operazioni di decollo, atterraggio e movimentazione al suolo da un modulo digitale posizionato a distanza. L’operazione ha sicuri effetti positivi non soltanto sulla riduzione dei costi per i piccoli aeroporti, ma anche sul trasporto su cargo, e non ultimo sul turismo.
L’obiettivo di ENAV è controllare da remoto nell’arco di otto anni la metà dei 45 aeroporti italiani, accentrando su Roma e Milano il controllo di rotta e su Padova e Brindisi i due hub per il controllo degli scali minori.
Da quanto riportato dalle notizie di stampa, mai smentite, l’Aeroporto di Brindisi gestirà 13 scali minori, tra i quali Grottaglie, Foggia, Salerno, Lamezia Terme.
Questa decisione, se confermata, penalizza sicuramente lo scalo lametino, che non soltanto in periodo pre-pandemico contava su un volume di traffico superiore a quello di Brindisi, ma nell’ultimo Piano Nazionale Aeroporti è stato inserito tra i 12 di particolare rilevanza strategica; invece, con questa decisione viene posto allo stesso livello di altri scali che non vantano le stesse caratteristiche. Anzi, lo scalo di Foggia è rimasto inattivo per diversi anni. È indubbio che tale scelta avrà ripercussioni anche sui livelli occupazionali del nostro scalo.
Di fronte a tutto questo ci si sarebbe aspettata una levata di scudi a difesa dell’aeroporto, da parte dell’Amministrazione Regionale, Comunale e di tutte le forze politiche e sociali. Invece, silenzio assoluto.
La domanda nasce spontanea: perché questa scelta? Forse paghiamo le vicende giudiziarie del recente passato o la vicenda dell’acquisto delle azioni da parte del privato di qualche mese fa? O più semplicemente c’è stata la disattenzione totale dell’amministrazione regionale e locale?
Da qualche mese si sta lavorando per l’aggiornamento e la revisione del Piano Nazionale Aeroporti del 2015 e cambieranno le strategie. Mentre nel 2015 le linee guida valutavano prioritariamente le esigenze del traffico e lo sviluppo dei territori, oggi la condizione essenziale sarà costituita dall’integrazione intermodale.
In tale quadro la scelta di Brindisi non è casuale, è da anni che in quell’area si parla e si lavora per l’intermodalità, ne è una prova l’interesse di grandi aziende che vogliono investirci.
A tal proposito sono significative le dichiarazioni del Presidente della Puglia Emiliano “Brindisi qualche anno fa era stata tagliata fuori da questa innovazione. C’è stata una battaglia garbata, ma determinatissima e l’Enav ci ha ascoltato’’.
Frase che dovrebbe far riflettere chi ha responsabilità amministrative sia a livello regionale che locale.
Questa vicenda è l’ennesima rappresentazione plastica della mancanza di programmazione e di visione di sviluppo nel nostro territorio.
La pandemia prima e la guerra oggi stanno delineando un nuovo quadro economico in cui la movimentazione delle merci avrà un ruolo fondamentale. Le filiere produttive si stanno ridimenzionando e noi corriamo il rischio di rimanerne fuori.
In una recente ‘’Agorà Democratica’’ sul PNRR, il Segretario Regionale della UIL Santo Biondo ha lanciato la proposta di costituire una “cabina di regia’’ tra Amministrazione, Forze Sociali e Imprenditoriali per programmare e gestire i fondi del PNRR.
Questa proposta va accolta e rilanciata non solo per quanto riguarda i fondi del PNRR, ma per tutto ciò che concerne lo sviluppo del nostro territorio, in modo da non correre il rischio di perdere l’ennesimo treno e rimpiangerlo in futuro.
* Componente Direttivo PD Provinciale di Catanzaro