(Adnkronos) – Alta tensione tra la Procura di Brescia e l'avvocato Domenico Aiello, difensore dell'ex magistrato Mario Venditti, indagato per corruzione in atti giudiziari per l'archiviazione chiesta nel 2017 per Andrea Sempio, attualmente di nuovo indagato per il delitto di Chiara Poggi a Garlasco. Al centro del botta e risposta la scelta della Procura di Brescia di non presenziare ieri, venerdì 14 novembre, all'udienza davanti al Tribunale del Riesame dove si è discusso del sequestro dei dispositivi informatici scattato su decreto del procuratore capo Prete e della pm Claudia Moregola per l'ex Venditti. "I recenti attacchi sopra le righe mossi da un difensore nei confronti di un’indagine di grande rilevanza mediatica, attualmente condotta dalla Procura della Repubblica di Brescia, ripropongono la questione del deragliamento del processo penale su altri ed impropri terreni", scrivono in una nota il procuratore generale di Brescia Guido Rispoli e il procuratore capo Francesco Prete. Il riferimento implicito è alle parole pronunciate al termine dell'udienza davanti al Tribunale del Riesame dall'avvocato Domenico Aiello, difensore dell'ex magistrato Mario Venditti che ha criticato l'assenza in aula di un rappresentante della Procura. "Per il magistrato del pubblico ministero vige il divieto, disciplinarmente sanzionato, di qualunque esternazione sulle indagini da egli condotte", si ricorda nel comunicato. "Restiamo convinti – e ne diamo quotidianamente prova – che il riserbo debba accompagnare l’attività del pubblico ministero anche per salvaguardare la presunzione di non colpevolezza dell’indagato, ma altrettanto convinti siamo che, al di là dei doveri deontologici, la continenza ed il rispetto per il contraddittore debbano ispirare la condotta di ogni parte processuale" concludono i due magistrati. "Condivido parola per parola la replica rivoltami dal procuratore generale e dal procuratore capo di Brescia, ma tutto va contestualizzato. Come i difensori hanno il dovere sacrosanto di prepararsi, studiare, leggere tutto e rimanere ancorati alle risultanze del fascicolo cosi lo stesso obbligo dovrebbe governare il magistrato del pubblico ministero. Il dovere di lealtà, probità e soprattutto riserbo sono canoni che vanno sempre rispettati", è la replica dell'avvocato Aiello. "Ieri per la prima volta risposto alla stampa dopo un'udienza, e non sono stato il solo a notare l’assenza. Sarebbero state gradite delle scuse di accompagnamento al deposito delle sit dei tre colleghi ex difensori di Sempio. Lealtà, rispetto e trasparenza lo avrebbero suggerito" aggiunge Aiello che fa riferimento alle indiscrezioni secondo le quali gli ex avvocati dell'indagato avrebbero confermato l'esistenza di pagamenti in nero. Elemento che farebbe vacillare l'idea che i soldi siano finiti nelle tasche di Venditti. "Ritengo con convinzione che falsità e approssimazioni non dovrebbero costituire le condizioni per aggressioni senza precedenti di un ex magistrato incensurato con 44 anni di specchiata carriera, e non proprio nelle ovattate retrovie" spiega Aiello, difensore dell'ex pm Venditti. "Ricordo, non certamente agli illustri capi degli Uffici bresciani, che la mattina delle perquisizioni del 26 settembre, ancora dovevo entrare in casa del dottor Venditti che già alle ore 9, a reti unificate la sua reputazione era stata distrutta, altro che riserbo. Ieri insisto sarebbe stato il momento giusto per presentare le scuse e assumere una decisione doverosa e responsabile, dimostrando sensibilità e senso della giurisdizione" conclude l'avvocato Aiello.
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Caso Garlasco, Procura di Brescia: “Da difesa Venditti attacchi sopra le righe”. La replica: “Chiedano scusa”
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