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sabato, 13 Settembre, 2025
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Pnrr e coesione, l’appello di Ance Calabria: “Più flessibilità per non perdere risorse al Sud”

La Calabria tra le regioni protagoniste della riunione straordinaria convocata oggi a Palermo, nella sede dell’Ance a Palazzo De Seta, per discutere del futuro delle opere finanziate con il Pnrr nel Mezzogiorno. L’incontro, che ha visto riuniti i presidenti delle associazioni territoriali meridionali, ha avuto al centro un tema strategico: i ritardi che rischiano di compromettere la spesa delle risorse europee, soprattutto per i progetti più complessi. La delegazione calabrese era composta da: Giovan Battista Perciaccante vice presidente nazionale con delega al Mezzogiorno; Roberto Rugna, presidente regionale di Ance Calabria; Michele Laganà, presidente Ance Reggio Calabria; Herbert Catalano, vicepresidente Ance Reggio Calabria; Giuseppe Sammarco, presidente Ance Crotone; Luigi Leone, direttore generale di Ance Calabria.

A centrare l’attenzione sulla problematica è stato Giovan Battista Perciaccante, presidente del Comitato Mezzogiorno e Isole di Ance. «Le imprese sono pronte a garantire il massimo impegno per accelerare la realizzazione delle opere Pnrr nel Mezzogiorno, dove si registra un ritardo rispetto al resto del Paese soprattutto per quelle più grandi. Ma per non rischiare di perdere le risorse bisogna necessariamente sfruttare la flessibilità concessa dall’Europa», ha detto. Secondo le stime dell’Ance, un quarto dei fondi Pnrr destinati alle opere pubbliche è stato speso nel Sud. Una percentuale che, seppur significativa, non basta a tranquillizzare le associazioni di categoria, preoccupate per il rischio di perdere risorse decisive per la crescita e la competitività di un’area strategica del Mediterraneo. «Un rischio che – ha sottolineato Perciaccante – non possiamo permetterci di correre, anche in vista delle altre opportunità derivanti dalla revisione di medio termine dei Fondi strutturali 2021-2027 approvata dall’Ue e dal nuovo Bilancio europeo, quadro finanziario pluriennale 2028-2034». La strada da seguire, per il presidente del Comitato Mezzogiorno e Isole, è già tracciata: «È strategico seguire la direzione indicata dall’Unione europea, con la costituzione di strumenti finanziari ad hoc che consentano di impiegare le somme Pnrr non spese anche dopo il 2026. Questi strumenti potrebbero rappresentare anche una leva importante per stanziare risorse verso obiettivi di grande rilevanza sociale, come la casa accessibile e l’adattamento climatico».

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Da Palermo è arrivata anche la conferma della massima disponibilità da parte delle imprese del Sud. «L’Ance e tutte le associazioni territoriali del Mezzogiorno – ha concluso Perciaccante – sono pronte a fare la propria parte affinché tali priorità trovino il giusto riconoscimento e spazio all’interno delle programmazioni regionali di spesa dei fondi europei». Il presidente regionale di Ance Calabria, Roberto Rugna, sottolinea come la recente revisione della Politica di coesione, approvata dal Parlamento europeo e ormai legge, possa segnare un punto di svolta anche per la Calabria.
«La nuova impostazione – evidenzia Rugna – rappresenta un’occasione importante per la Regione, che ha già manifestato apertura in questa direzione e avviato alcuni atti concreti, di rivedere la propria programmazione con il contributo delle parti sociali. Ci sono ambiti che riteniamo prioritari e che meritano di essere al centro delle scelte future: dall’edilizia residenziale accessibile all’housing sociale, dalla rigenerazione urbana alle misure di adattamento climatico, senza dimenticare l’emergenza idrica».
Secondo Rugna, la riforma consente di rimodulare almeno il 10% dei programmi regionali su queste priorità, con vantaggi significativi: accesso a maggiori prefinanziamenti, ulteriori incentivi e tempi più ampi per completare gli interventi. «È una strada maestra – conclude – che può trasformarsi in un’opportunità concreta per dare risposte ai bisogni reali dei cittadini e allo sviluppo sostenibile dei territori».

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