La povertà nel nostro paese registra dati estremamente preoccupanti. A sottolinearlo, Sebastiano Guzzi, Vice Presidente Nazionale Unilavoro Pmi, il quale “si tratta di numeri importanti che tracciano un quadro particolarmente critico. L’ultimo report pubblicato da Caritas ci consegna dati allarmanti: nel 2024, si legge, oltre 277mila persone si sono rivolte ai servizi Caritas: mense, centri d’ascolto, empori solidali. Numeri che destano apprensione e sollecitudine: il 3%rispetto all’anno precedente, e il 62,6% rispetto al 2014. Una situazione complessa che fa riflettere per la sua straordinaria e raccapricciante ambivalenza. Da un lato abbiamo un’economia che si espande, un’occupazione che sale (anche se a rilento), un potere d’acquisto che cresce parzialmente, e un’inflazione che diminuisce. Dall’altro lato, evidenzia Guzzi, abbiamo una povertà endemica che non si riesce a eradicare.
I dati allarmanti confermano il trend negativo degli ultimi anni non solo a livello nazionale, ma anche europeo. In un periodo segnato da crescenti tensioni commerciali e conflitti geopolitici, che sortiscono effetti significativi sull’economia globale, la povertà continua a mantenere lo stesso livello record. In Europa, si legge, il 21% della popolazione vive in una condizione di rischio povertà o esclusione sociale. L’Italia, rimarca Guzzi, è il settimo paese per incidenza di persone a rischio povertà o esclusione sociale (23,1% in aumento rispetto al 22,8% del 2023). A registrare valori più alti, la Bulgaria, la Romania, la Grecia, la Lituania, la Spagna e la Lettonia. Un’emergenza, quella italiana, estremamente preoccupante. Il Report statistico 2025 ha messo in luce una realtà complessa e mortificante. Sedici le regioni ecclesiastiche italiane che hanno partecipato alla raccolta dei dati, attraverso diversi tipi di servizi: centri d’ascolto, mense, centri di distribuzione, empori solidali.
I dati raccolti sono quelli rilevati all’interno della rete Caritas, dove, oltre agli operatori ed ai volontari che operano al suo interno, ruotano altre importantissime figure: gli stakeholders e i benefattori. In questa realtà umanitaria si concretizzano, quotidianamente, azioni animate da sentimenti di solidarietà, generosità e amore verso il prossimo, che mirano a migliorare le condizioni di vita dell’umanità, sia materialmente che moralmente. Tutto questo non basta. Per scongiurare, o arginare, situazioni di estremi rischi, servono, conclude Guzzi, azioni di monitoraggio comune tra governo e operatori del sociale. Resta significativa, e tristemente inquietante, la mancanza di supporto sociale ed economico nei confronti dei malati e degli anziani.