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sabato, 7 Giugno, 2025
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Digitalizzazione e innovazione, Guzzi (Unilavoro Pmi): nel 2024 significativa crescita delle partite Iva

La crescita delle partite Iva in Italia rappresenta un fenomeno economico e sociale significativo. Esso sta trasformando, radicalmente, il panorama dei lavoratori. A dirlo, Sebastiano Guzzi, Vice Presidente Unilavoro Pmi. Nel 2024, si legge, sono state registrate 5000.000 nuove aperture, con un incremento dell’1,3% rispetto all’anno precedente. Questo dato, fornito dal Ministero dell’Economia, rivela come ll’81% di queste attività operi prevalentemente online. Ciò conferma, evidenzia Guzzi, il ruolo centrale della digitalizzazione del lavoro nella modernizzazione del settore. L’incremento nell’apertura di nuove posizioni fiscali è costante. Il primo trimestre 2025 ha registrato uno +0,7 rispetto allo stesso periodo del 2024, che a sua volta registrava un aumento dell’1,3% rispetto al 2023. Interessante notare, continua Guzzi, come oltre il 35% delle nuove aperture sia rappresentato da giovani professionisti under 35. Il 30,3% riguarda la fascia d’età compresa tra i 36 e i 50 anni. Il resto è riconducibile a persone oltre i 50 anni ed è proprio la fascia 51-65, si legge, l’unica a registrare un incremento del +1,2%, mente per tutte le altre si osserva una leggera flessione. Un aspetto importante riguarda la distribuzione geografica.

Il Nord Italia, si legge, si conferma l’area più dinamica. Al Sud le opportunità sembrano essere più limitate. Parallelamente, emerge una significativa disparità di genere: difatti, soltanto il 39,6% delle nuove partite Iva è intestato a donne. Dato che rimanda alla solita, incresciosa questione: Gender Gap. Come si svolge il lavoro? Sempre più in modalità digitale. Comodo e molto flessibile, ma non esauriente dal punta di vista economico. I guadagni medi non raggiungono i 27mila euro annui. Un problema che, a quanto pare, non sembra influenzare negativamente la soddisfazione personale. Un’alta percentuale degli intervistati si ritiene assolutamente soddisfatta della scelta soprattutto per la libertà e l’autonomia che ne derivano. Il settore in cui la presenza è predominante è il commercio, seguito dalle attività professionali e dalle costruzioni. Quelle più remunerative riguardano le attività legate alla medicina e all’odontoiatria.

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Tenuta delle Grazie 13_6_2024

Secondo quanto emerge da questa importante indagine, evidenzia l’imprenditore lametino, l’81% dei professionisti intervistati svolge la propria attività avvalendosi della modalità digitale, con una quota rilevante, si legge, che opera esclusivamente online. L’economia autonoma italiana si trova dunque a un bivio: da un lato la digitalizzazione e l’innovazione, che offrono innumerevoli opportunità, dall’altro le sfide economiche e le disuguaglianze strutturali. Certo è, conclude Guzzi, che il reddito derivante dalla partita Iva desta una certa preoccupazione. Troppo esiguo e quindi insufficiente per garantire una sicurezza finanziaria. Dato critico per chi si affaccia per la prima volta al mercato del lavoro autonomo.

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