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domenica, 28 Aprile, 2024
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VIDEO- Immigrazione clandestina: 4 arresti in Francia e Germania

I Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, a conclusione di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di questo capoluogo, diretta dal Dott. Giovanni Bombardieri, hanno dato esecuzione, in Francia e Germania, ad una misura cautelare personale in carcere nei confronti di 4 cittadini afghani, ritenuti a vario titolo responsabili di favoreggiamento pluriaggravato dellā€™immigrazione clandestina e di esercizio abusivo dellā€™intermediazione finanziaria. Sono stati sequestrati, inoltre, il veicolo utilizzato per il trasporto dei migranti e il denaro profitto del reato. Lā€™indagine ĆØ stata sviluppata avvalendosi dei canali di cooperazione internazionale, con particolare riguardo a Eurojust, sul lato giudiziario, che ha coordinato lā€™esecuzione di diversi ordini di indagini europei, comprese attivitĆ  intercettive allā€™estero, nonchĆ© le rogatorie internazionali, cosƬ come ā€“ in maniera omologa per lo scambio di polizia ā€“ Europol ha fornito apporto di analisi e il contributo delle banche dati in uso allā€™Ufficio europeo di polizia.

A collaborare i carabinieri reggini, in Germania, il Direttorato per la lotta al crimine della Bundespolizei e, in Francia, la Police Nationale, le Brigate Mobili di ricerca della Direzione Centrale della Polizia di frontiera di Bordeaux e Marsiglia. ƈ il 2020 quando, a seguito dellā€™innalzamento del numero di sbarchi di migranti registrato sul litorale reggino, in particolare sulla costa ionica, i Carabinieri avviano una manovra informativa, finalizzata a verificare gli elementi di convergenza di tale fenomenologia, attesa la probabile sussistenza di una rete di trafficanti di esseri umani. Lā€™attenzione dellā€™Arma, attraverso le Stazioni territoriali, si concentra sui movimenti dei migranti successivi allo sbarco, allorquando ā€“ in ragione dellā€™allora vigente emergenza epidemiologica ā€“ venivano posti in isolamento fiduciario presso i centri di contenimento sanitario temporaneo. Ed ĆØ proprio dallā€™osservazione sul campo che i militari notano un 40enne afgano, residente in Francia, del quale viene registrata la presenza a bordo di un furgone con targa transalpina a Bova Marina.

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Le indagini, avviate sotto il coordinamento della DDA reggina, hanno consentito di registrare i movimenti dellā€™afgano che, dopo avere fatto salire a bordo 10 connazionali, percorre lā€™intero territorio nazionale, facendo tappa in Abruzzo, in Lombardia e in Liguria, uscendo successivamente dal territorio nazionale dal valico del Frejus. A seguire, lo straniero varca piĆ¹ volte nuovamente il confine, non dopo essere stato controllato dai Carabinieri di Susa prima di fare ingresso nel traforo del Frejus, circostanza questa che ha cristallizzato in maniera univoca lā€™intenzione del conducente di lasciare lā€™Italia per far accesso in Francia. Nel corso del controllo, i militari operanti avevano modo di constatare come lā€™indagato fosse lā€™unico occupante del mezzo anche se, da una successiva ispezione, veniva accertata la presenza sui sedili posteriori di alcuni bagagli, dentro i quali venivano rinvenuti pannolini per bambini ed altri vestiti chiaramente non appartenenti allā€™indagato. Inoltre, ĆØ stata censita la presenza di un vano, creato ad hoc nella parte posteriore del mezzo per nascondere le persone.

Proprio le circostanze con cui i migranti hanno raggiunto la destinazione agognata ha portato la Procura reggina a contestare le aggravanti, confermate nel provvedimento del GIP, di avere esposto le persone trasportate a pericolo per la loro vita (avendoli abbandonati in una zona di montagna, al freddo ed alle intemperie, su sentieri scoscesi ed impervi) e quella di aver commesso il fatto sottoponendo i trasportati a trattamento inumano e degradante (nascondendoli nel furgone). A questo punto, in ragione di una segnalazione inserita nella Banca dati Schengen viene tratto in arresto dalla Polizia francese a Montgeneve (nel lato transalpino della localitĆ  di frontiera) sorpreso nel valicare il confine con sei connazionali clandestini.

Le indagini, proseguite con lā€™ausilio dei canali Eurojust ed Europol, al fine di ricostruire i contatti e ulteriori componenti della catena di trasbordo dei migranti, hanno consentito di definire una filiera criminale di immigrazione clandestina localizzata in Turchia, Italia, Francia e Germania. Sono stati infatti ricostruiti dettagliatamente i ruoli degli altri soggetti coinvolti, tutti di origine afgana: il primo, di cui ĆØ stato ampiamente detto, quale promotore ed organizzatore ed autista; un secondo uomo, con il ruolo di intermediario tra il passeur e i parenti dei trasportati; un sodale, localizzato a Marsiglia, preposto allā€™accoglienza dei migranti. un ulteriore soggetto, stanziale in Germania, individuato quale terminale delle somme erogate a titolo di compenso per il viaggio. In definitiva, gli esiti investigativi evidenziano come gli odierni indagati rappresentino la cellula localizzata sul territorio continentale che, attraverso modalitĆ  operative ben pianificate, era addetta a consentire ai migranti, una volta giunti nel reggino, dopo lā€™arrivo in Italia a bordo di natanti e a seguito della collocazione in centri di accoglienza, di allontanarsi e partire verso localitĆ  del centro Europa. ƈ stato inoltre individuato il canale finanziario per le transazioni economiche, che utilizza il metodo informale noto come hawala.

Si tratta di un sistema di trasferimento di denaro basato sul brokeraggio informale e su relazioni non contrattuali che prevede che il soggetto che intende trasferire una somma di denaro a altro soggetto, di norma residente in un diverso paese, contatti un broker intermediario (c.d. hawaladar) e gli versi la somma da inviare; lā€™intermediario locale contatta quindi un suo omologo nel paese ricevente, dandogli ordine di pagare al soggetto destinatario la somma indicata, trattenendo una commissione. La somma versata al destinatario (nellā€™odierna indagine quantificata in 1500 euro per ogni migrante per il servizio di trasporto), verrĆ  successivamente rimborsata dal primo al secondo intermediario, con tempi e mezzi variabili, secondo le circostanze. Trattandosi di provvedimento cautelare, restano salve le successive determinazioni in fase processuale.

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