Quasi 6 mila persone hanno partecipato, nel pomeriggio di ieri, alla Via Crucis organizzata dalla Vicaria di Belcastro e di Isola Capo Rizzuto in memoria dei migranti vittime del naufragio di domenica scorsa a “Steccato” di Cutro. In testa al fiume di persone presenti, una croce non bellissima esteticamente, ma ricca di significati: costruita con i legni riportati dal mare dopo la tragedia, su incarico di don Francesco Loprete, parroco di “Le Castella” di Isola Caporizzuto, nelle ore successive alla tragedia, dall’artista Maurizio Giglio.
“Abbiamo voluto realizzare questa croce – ha raccontato don Francesco – per ricordare i tanti innocenti morti nel naufragio. Questo dramma non si cancellerà mai dalle nostre menti. Dopo duemila anni Cristo è ancora in Croce. Sui tre pezzi di legno recuperati, casualmente, sono stati trovati dei bulloni nella stessa posizione dei chiodi di Gesù; il terzo pezzo richiama il braccio di Gesù, attaccato ancora alla croce, il braccio di questi nostri fratelli. Il secondo braccio è staccato come se venisse incontro a questi nostri fratelli e sorelle. Richiama anche un raggio che dall’alto colpisce il cuore”.
Dopo alcune tappe in altre chiese dell’Arcidiocesi e nella Basilica Cattedrale di Crotone, la croce verrà custodita nella chiesa di Steccato di Cutro.
