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mercoledƬ, 22 Maggio, 2024
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FOTO – Rifiuti pericolosi: sequestrata nota azienda locale lametina

I Finanzieri del Gruppo di Lamezia Terme, unitamente ai Carabinieri del Comando per la Tutela Ambientale e Transizione Ecologica – NOE di Catanzaro, al Nucleo Operativo di Polizia Ambientale della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia e alla Sezione P.G. ā€“ aliquota Ambiente della Procura della Repubblica di Lamezia Terme, coordinati dal Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Dottor Salvatore CURCIO, e dal Sostituto Procuratore Dottoressa Marica BRUCCI, nellā€™ambito di indagini in materia di tutela ambientale e salvaguardia della salute, a seguito di meticolosi accertamenti eseguiti nell’area industriale Papa Benedetto XVI di Lamezia Terme, hanno denunciato un soggetto e sottoposto a sequestro un intero insediamento produttivo.

Le indagini hanno permesso di accertare che una nota azienda locale, specializzata nellā€™attivitĆ  di trattamento diĀ zincatura di materiali ferrosi, scaricava illecitamente le acque piovane, venute a contatto con rifiuti speciali anche pericolosi, direttamente nei piazzali situati allā€™esterno dello stabilimento e nella condotta della rete consortile delle acque bianche, senza alcun trattamento.

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Eā€™ stato, infatti, accertato che lā€™impianto di depurazione dello stabilimento risultava quasi costantemente inattivo.

Inoltre, allā€™interno del complesso produttivo venivano rinvenuti diversi cumuli di rifiuti speciali pericolosi, di diversa natura, tra i quali pneumatici fuori uso, batterie al piombo, fusti contenenti olii minerali esausti, con evidenti fuoriuscite del contenuto sul suolo, ponteggi e strutture metalliche visibilmente ossidati, nonchĆ© fusti metallici, allā€™interno dei quali era depositata cenere di zinco e masse solide di scorie prodotte durante le fasi di zincatura, e rifiuti solidi urbani frammisti a quelli speciali (bombolette spray di zinco). Ā Tale materiale, ammassato e senza alcuna idonea protezione, veniva lasciato sul piazzale attiguo allo stabilimento, in aree non pavimentate, esposto allā€™azione degli agenti atmosferici e meteorologici.

Eā€™ stato, inoltre, constatato che leĀ attivitĆ  di lavorazione delle polveri prodotte dalloĀ zinco non subivano alcun processo di filtraggio, poichĆ© lā€™impianto di abbattimento delle emissioni in atmosfera, destinato alla captazione degli elementi inquinanti emessi dal processo di lavorazione, non era conforme alle prescritte autorizzazioni, e si appurava per questo la presenza di esalazioni diffuse all’interno dello stabilimento.

Infine, il personale tecnico dellā€™Agenzia Regionale per la Protezione dellā€™Ambiente della Calabria, intervenuto alle operazioni, ha accertato che lā€™azienda non aveva ottemperato a diverse prescrizioni contenute nellā€™Autorizzazione Integrale Ambientale rilasciata dal Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria.

Le attivitĆ  hanno cosƬ consentito di accertare la responsabilitĆ  dell’amministratore della societĆ  di capitali, per plurimi reati in materia ambientale, e di sottoporre a sequestro preventivo lā€™intero complesso industriale, sito su una superficie di circa 40.000 mq., per un valore complessivo di oltre 24 milioni di euro.

Lā€™attivitĆ  dā€™indagine si inserisce nel piĆ¹ ampio progetto predisposto da questo Ufficio di Procura col quale, attraverso una proficua sinergia tra militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, del Comando per la Tutela Ambientale e Transizione Ecologica – NOE di Catanzaro, del Nucleo Operativo di Polizia Ambientale della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia e della Sezione P.G. – aliquota Ambiente, si intende fronteggiare il grave fenomeno dellā€™inquinamento ambientale in cui versa lā€™area della piana di Lamezia Terme.

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