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martedƬ, 7 Maggio, 2024
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Operazione “Coccodrillo”, mano pesante della Dda su imprenditori e prestanome

Catanzaro ā€“ Sequestro preventivo per oltre 50 milioni di euro e ordinanze di custodia cautelare a carico di dieci soggetti. Sono le principali risultanze dellā€™operazione denominata ā€œCoccodrilloā€, condotta dalla Dda di Reggio Calabria.
In data odierna i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ca-tanzaro, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, hanno data esecuzione allā€™ordinanza del G.I.P. di Catanzaro che ha disposto la misura cautelare custodiale nei confronti di sette persone (di cui una in carcere e sei agli arresti domici-liari) e la misura cautelare interdittiva nei confronti di altri tre indagati, nonchĆ© il se-questro preventivo di beni per un valore stimato di oltre 50 milioni di euro.
Agli indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di concorso esterno in associazio-ne mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, autoriciclaggio, favoreg-giamento reale ed estorsione.
Lā€™indagine (convenzionalmente denominata ā€œCoccodrilloā€), diretta dalla Procura Di-strettuale di Catanzaro e condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria/G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Catanzaro, ha evidenziato un grave quadro indiziario a carico degli imprenditori catanzaresi Lobello Antonio, Lobello Giuseppe e Lobello Daniele, in ordine a plurimi reati di intestazione fittizia di beni, realizzati attraverso un sistema di societĆ , formalmente intestate a terzi, e tuttavia dagli stessi controllate e gestite, e ciĆ² al fine di sottrarre il proprio patrimonio azien-dale allā€™adozione di prevedibili misure di prevenzione antimafia.
Gli imprenditori nutrivano il concreto timore circa lā€™adozione di prevedibili misure ablative di prevenzione che riguardassero le societĆ  del gruppo, essendo emersi, piĆ¹ volte, a livello giudiziario, i loro rapporti con cosche ā€˜ndranghetiste, tanto che talune loro societĆ  sono state attinte da interdittive antimafia emesse dalla Prefettura di Ca-tanzaro (CAL.BI.IN. S.r.l., CANTIERI EDILI – INIZIATIVA 83 S.r.l. e STRADE SUD S.r.l.).
Con la medesima ordinanza cautelare ĆØ stato disposto, altresƬ, il sequestro preventivo delle societĆ , di fatto riconducibili ai tre imprenditori, e oggetto di intestazioni fittizie, STRADE SUD S.r.l., TRIVELLAZIONI SPECIALI S.r.l., CONSORZIO STABILE ZEUS, CONSORZIO STABILE GENESI, tutte operanti nel comparto dellā€™edilizia pubblica e privata e aggiudicatarie di numerosi appalti pubblici, nonchĆ© della societĆ  MARINA CAFƉ S.r.l.s. operante nel settore della ristorazione.
Le investigazioni, che si sono avvalse anche delle plurime dichiarazioni dei collabora-tori di giustizia e di esiti intercettivi, hanno evidenziato, oltre al legame mantenuto nel tempo dalla famiglia Lobello con il clan Mazzagatti di Oppido Mamertina, anche il rapporto con il clan Arena di Isola Capo Rizzuto e altre cosche del crotonese, tra cui quella riconducibile a Nicolino Grande Aracri.
In particolare a Lobello Giuseppe viene contestato di avere svolto, per la cosca Are-na di Isola Capo Rizzuto, la funzione di collettore delle estorsioni imposte presso i cantieri edili del catanzarese.
Detta opera di intermediazione e lo stretto legame con gli esponenti della cosca Arena e con altre consorterie operanti sulla fascia ionica-catanzarese, ha garantito alle im-prese del Gruppo Lobello una posizione dominante nellā€™esecuzione di lavori edili e forniture di calcestruzzo su Catanzaro e provincia, nonchĆ© la protezione da interfe-renze estorsive di altri gruppi criminali, quale imprenditore ā€œintoccabileā€.
A Giuseppe Lobello, nei cui confronti ĆØ stata disposta la custodia cautelare in carce-re, ĆØ stato, per ciĆ², contestato anche il reato di concorso esterno in associazione ma-fiosa, oltre ai reati contestati agli altri suoi congiunti.
Sono stati disposti, infatti, gli arresti domiciliari nei confronti di Lobello Antonio e del fratello Lobello Daniele, rispettivamente padre e fratello di Giuseppe, per i reati di trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, e la stessa misura cautelare ĆØ stata disposta nei confronti di quattro soggetti, tra dipendenti del Gruppo Lobello e intestatari fittizi delle societĆ .
Dalle indagini ĆØ emerso, anche, un episodio di estorsione nei confronti di un lavora-tore dipendente costretto ad auto licenziarsi contro la sua volontĆ  da una societĆ  fit-tiziamente intestata a un prestanome, per incomprensioni sorte sul luogo di lavoro con i familiari di Giuseppe Lobello.
Sono state disposta, altresƬ, le misura interdittiva del divieto temporaneo di esercita-re, per la durata di un anno, le attivitƠ di ragionieri, consulenti e commercialisti, nei confronti di tre ragionieri del Gruppo Lobello, per il reato di favoreggiamento.

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