Il reparto ‘Danubio’ in mano ai detenuti per ore nella giornata di ieri; tre agenti feriti (uno dei quali è stato ricoverato in ospedale) l’altra notte da due carcerati che hanno anche dato fuoco alla cella. Non si placano le polemiche dopo i gravi fatti che si sono registrati nelle ultime 48 ore nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, nel casertano.
Su quanto accaduto è intervenuto – dalle pagine de ‘Il Fatto quotidiano’ – il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri che si dice d’accordo con il giro di vite del Dap per rendere più rigoroso il regime carcerario di alta sicurezza.
“Le rivolte sono state possibili anche perché le celle erano aperte, anche nei reparti di alta sicurezza. In questi sono reclusi non i capi, ma gli esecutori, che hanno una normale ammirazione nei confronti dei capi e sono garzoni e strumenti dei capi – spiega – Le rivolte nelle carceri sono state possibili e così devastanti proprio per le celle aperte e la promiscuità praticata negli istituti”‘.
Per Gratteri “siamo ancora in un momento di confusione” nella gestione carceraria. “Ma vedo che qualche correzione si sta apportando. Io penso che la strada giusta sarebbe quella di porre, finalmente, il problema della nuova edilizia carceraria. È arrivato il momento di avviare la costruzione di nuove carceri. Nella fase post-coronavirus si stanno mettendo a disposizione molte risorse per l’economia, per le infrastrutture. Ci sono soldi che ieri non c’erano: ebbene, è questo il momento per costruire quattro nuove carceri in Italia, distribuite tra nord, centro e sud, per 20 mila posti. Sarebbe la fine del sovraffollamento carcerario”.
Gratteri: Rivolte devastanti per le celle aperte e la promiscuità praticata negli istituti
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