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sabato, 20 Aprile, 2024
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16 arresti nel Reggino: banda internazionale che truffava anziani

E’ stata sgominata, dai carabinieri del reparto operativo del Comando provinciale di Reggio Calabria e dall’Europol, un’associazione a delinquere finalizzata al compimento di una pluralità di gravi reati come la circonvenzione di persone incapaci, estorsione, ricettazione e riciclaggio dei proventi illeciti. Le forze dell’ordine hanno eseguito, su richiesta della Procura di Locri, un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip nei confronti di 16 persone. Per dieci è stato disposto il carcere mentre 6 sono stati posti ai domiciliari. Nella provincia di Reggio sono state eseguite tre ordinanze e le forze di polizia dei rispettivi Paesi hanno eseguito 13 mandati di arresto europeo. Il vertice dell’organizzazione si trova in Romania con basi operative in Calabria e, in particolare, nei territori di Reggio e dei Comuni di Bianco, Melito di Porto Salvo, Siderno, Rosarno, Bovalino e con un’articolazione nel Comune di Milazzo, in Sicilia.

Le vittime di queste truffe? Anziani tra i 70 e i 90 anni, spesso soli, costretti, sotto minacce, alla dazione di ingenti somme di denaro. Soldi che poi venivano consegnati a giovani donne, che provvedevano a rimetterle ai vertici dell’organizzazione delinquenziale. L’attività di indagine, avviata nel 2018 dopo la denuncia di un uomo anziano in un paese della Locride, ha dato vita all’operazione, denominata “Transilvania”. L’uomo aveva segnalato ai Carabinieri, di essere stato ingannato da una giovane donna di nazionalità romena che, fingendosi innamorata di lui, lo aveva indotto, nell’arco di un anno, a consegnarle denaro in contante tramite versamenti. La somma complessiva ammontava a circa 20mila euro.

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Secondo gli investigatori, i proventi illeciti raccolti dagli indagati sarebbero più di 760mila euro, di cui 179mila euro sarebbero stati tracciati, mediante il trasferimento in Romania. Una volta estorto il denaro agli anziani, infatti, gli indagati lo inviavano attraverso «Money transfer». Tutto ciò scoperto grazie ad accertamenti di natura finanziaria, intercettazioni telefoniche, videoriprese, audizione delle persone offese e altre informate sui fatti. Gli indagati sono 59, ognuno con un preciso ruolo all’interno della rete di truffe. Ai vertici di queste rete, due coniugi originari della Romania. Le truffe avevano tutte lo stesso copione: giovani donne che adescavano anziani soli, fingendo interesse nei loro confronti. Durante l fase di “adescamento”, le donne cercavano di impietosire le vittime con falsi problemi familiari che necessitavano un aiuto economico.

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