Si chiama “Reddito di inclusione sociale” il progetto che la Regione Calabria ha avviato da alcuni mesi. Si tratta di una misura da erogare ai soggetti che decidano di trasferirsi in alcune aree della regione in cui è maggiormente accentuato il fenomeno dello spopolamento.
In tal modo si potrà dare impulso ai piccoli Comuni della Calabria, favorendo la nascita di nuove imprese gestite da giovani. Si tratta di un progetto pilota – siglato a fine dicembre 2020 e finanziato con 700mila euro, nell’ambito degli interventi previsti dal Protocollo d’intesa tra i ministeri dello Sviluppo economico e dell’Economia e la Regione Calabria –, che si basa sul reddito di residenza attiva.
Potranno presentare richiesta di ammissione al beneficio economico coloro i quali abbiano compiuto la maggiore età e non abbiano superato i 40 anni; che assumano l’impegno a trasferire la propria residenza in uno dei comuni calabresi, aderenti alla iniziativa e con meno di 2mila abitanti, entro 90 giorni dalla comunicazione di accoglimento della propria domanda di accesso; provengano da un Comune italiano con popolazione superiore ai 2mila abitanti o da un’altra nazione. Il contributo totale potrà arrivare da 800 a mille euro al mese per i prossimi due o tre anni.
In alternativa, è prevista un’erogazione una tantum fino a 28 mila euro per supportare il lancio di una nuova attività commerciale. Entrando nello specifico sono 9 i borghi che hanno deciso di prendere parte all’iniziativa, di questi 4 si trovano a nord in provincia di Cosenza, tre al sud in provincia di Reggio Calabria e due in provincia di Crotone. Eccoli:
Aieta,
Albidona,
Civita,
San Donato di Ninea
Bova,
Samo,
Sant’Agata del Bianco,
Caccuri,
Santa Severina (nella foto).
