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Summit all’autogrill tra Renzi e Mancini, parla Nicola Gratteri

A stretto giro, dopo le “rivelazioni” di Repubblica che lo chiamano in causa quale “fautore” attraverso una telefonata a Matteo Renzi dell’incontro dell’ex premier con Marco Mancini direttore di divisione al Dis (l’agenzia che coordina i due servizi per l’interno e gli esteri, Aisi e Aise), arrivano le dichiarazioni rilasciate al Fatto quotidiano da parte di Nicola Gratteri.

“Non è vero che ho chiesto a Matteo Renzi di incontrare Marco Mancini. Sono disposto a depositare i miei tabulati telefonici delle settimane e mesi precedenti il 23 dicembre scorso. Non verrà trovata nessuna chiamata o messaggio a Renzi”.

L’incontro di cui si parla è quello — rivelato dalla trasmissione Report — del 23 dicembre 2020 all’autogrill di Fiano Romano, dove un’insegnante vede e filma Matteo Renzi insieme a un uomo brizzolato, che poi si scoprirà essere Mancini. Agente con alle spalle una brillante carriera nel Sismi (ora Aise) allora diretto da Nicolò Pollari, Mancini nel febbraio del 2013 è stato condannato in primo grado a 9 anni per il sequestro di persona dell’imam Abu Omar, rapito a Milano dalla Cia. La condanna è poi annullata dalla Cassazione, dopo una pronuncia della Corte costituzionale che interviene allargando i confini del segreto di Stato.

Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, interpellato dal Fatto, smentisce seccamente la ricostruzione dell’incontro tra il leader di Italia Viva e l’agente Marco Mancini fornita ieri da Repubblica. Secondo il quotidiano, è stato Gratteri ad aver chiamato Renzi “pregandolo di incontrare Mancini che, evidentemente, in quella vigilia di Natale, comincia a sentire puzza di morto a Palazzo Chigi e ritiene utile un appoggio per la nomina anche da chi ha di aperto la crisi di governo mettendo in mora Conte”. Mancini, puntava a diventare vicedirettore di una delle tre agenzie di intelligence.

Mancini sperava di entrare nel giro di nomine dei vertici dei servizi segreti avviata da Giuseppe Conte nell’ultima fase del suo governo. Puntava a diventare vicedirettore del Dis, al fianco del direttore Gennaro Vecchione (ora rimosso dal presidente del Consiglio Mario Draghi). Per alcune settimane, lo 007 ha avuto buone possibilità, con il sostegno di Vecchione e con la non ostilità dei Cinquestelle. Consigliati anche dal magistrato antimafia Nicola Gratteri, che però puntualizza: soltanto nell’ambito di interlocuzioni e rapporti istituzionali.