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Roma, nonnina calabrese di 95 anni sventa truffa della ‘falsa nipote’ e poi muore

«Mamma non sarebbe mai caduta in un tranello simile. Era troppo furba, molto più di loro. E dopo che li ha fatti prendere dai carabinieri, ha esultato come una ragazzina: “Li ho fregati, questa volta li ho fregati io!”». È stata l’ultima gioia per Assunta Gatto, una delle vittime dei truffatori di anziani che da un paio d’anni imperversano in tutta Italia: meno di 48 ore più tardi la «nonna detective» della Serpentara, alle porte di Roma, è morta all’ospedale Villa San Pietro. Aveva 95 anni. Difficile pensare che alla sua età un’emozione come quella vissuta solo due giorni prima non abbia avuto un peso decisivo. Anche se il figlio Antonio Zangari, che per primo era accorso in suo aiuto venerdì pomeriggio, quando la madre aveva ricevuto la telefonata di una complice dei due ragazzi poi bloccati da una pattuglia dell’Arma davanti al portone di casa, adesso dice: «Non credo che ci sia alcuna correlazione». Uno dei presunti truffatori, Daniele Laporta, 19 anni, è stato arrestato e subito scarcerato dopo la convalida, un altro di 17 anni, solo denunciato. Tutti e due originari della provincia di Napoli, sarebbero manovalanza di una banda più grande. «Quella donna (ora ricercata dai carabinieri della Compagnia di Montesacro, ndr) si è presentata come nipote. Ha telefonato a casa e mia madre ha risposto. Lei era una donna lucida, forte. Sempre stata energica ed altruista. “Ciao nonna!”, ha esordito quella. E lei all’inizio ci ha creduto: “Ciao Chiara”, le ha detto. Ma è stata l’unica informazione che ha fornito alla truffatrice».

La signora Assunta, nata a Soverato (Catanzaro) il 9 settembre 1928, sapeva il fatto suo. «È sempre stata così. Aveva quattro sorelle — ricorda il figlio —, il padre era un militare della Croce Rossa che prima della guerra fu trasferito a Roma. In città si è data subito da fare: viveva a Campo de’ Fiori e lavorava nel calzaturificio di via Sistina. Le sue scarpe sono state indossate da Totò, Rita Hayworth, principesse e altre nobildonne. Era talmente brava che a un certo punto le Sorelle Fontana le fecero un’offerta per andare da loro, ma il suo datore di lavoro le alzò lo stipendio a mille lire al mese per farla restare». Con quel carattere deciso sarebbe potuta andare ovunque. «Ma quando è diventata mamma ha deciso di mollare tutto e pensare a me e a mia sorella Raffaella — racconta ancora il figlio —. Non ci ha fatto mancare nulla, sempre pronta ad aiutare il prossimo. Fino all’ultimo. Solo pochi giorni fa in chiesa (la stessa parrocchia alla Serpentara dove oggi alle 12 saranno celebrati i funerali) parlava con altre residenti dei rischi legati alle truffe. Qui hanno fatto una strage, è un continuo, come in tutta Roma. Con mamma ci hanno provato più volte, senza mai riuscirci. E venerdì scorso è stata lei a tirargli un brutto scherzo».

La signora Assunta ha intuito che al telefono non c’era la nipote. «Ha incalzato la truffatrice chiedendole “mi saluti tuo figlio, come si chiama? E tuo marito?”. L’altra non sapeva che rispondere e alla fine ha rinunciato. Solo che i truffatori — rivela il figlio — le hanno bloccato la linea per non farle chiamare il 112 e lanciare l’allarme. Anzi, si sono sostituiti al numero di emergenza, prima con un finto operatore e poi con un finto carabiniere che le ha detto sarebbe venuto a casa a prendere la denuncia. Non ha creduto a nessuno, sono stato io ad avvertire il 112. La mattina successiva ha avuto un banale incidente domestico che ha aggravato i suoi acciacchi, ma almeno le sue ultime ore le ha trascorse con la soddisfazione di aver fatto prendere i complici dei truffatori proprio sotto casa».
(Rinaldo Frignani- corriere.it)

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