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Lettere a calabrianews, lo sfogo di una mamma: La scuola di mio figlio in Dad ma poi tutti liberi per la “frittolata”

Gentile Redazione, spero nel Vostro aiuto.

“In tutta l’Europa, anzi, in quasi tutta l’Italia i bambini vanno a scuola e il loro diritto all’istruzione viene tutelato. In provincia di Reggio Calabria si continua a tutelare il diritto alla frittolata.
Se nelle grandi città come Reggio e Messina i genitori si sono rivolti al TAR, noi genitori di piccoli paesi e piccole cittadine, senza risorse economiche sufficienti per affrontare la procedura, che cosa dobbiamo fare???? Chi ci tutela? La stampa nazionale non si interessa più, perché le scuole sono aperte. La tv non si interessa per lo stesso motivo. Ma le scuole non sono aperte!!! E noi non abbiamo soldi per chiedere aiuto!
Mio figlio “frequenta” la scuola di Roghudi (RC). 60 bambini, 6 classi. In media 10 bambini per classe. Non c’è lo scuolabus, perché tutti arrivano con i mezzi propri.
Roghudi conta oltre 1000 abitanti, attualmente 12 positivi al Covid. E le lezioni non riprendono e non si sa quando riprenderanno “perché la salute dei bambini viene prima di tutto”.
E io mi domando, perché non pensa nessuno alla salute dei bimbi quando la fogna viene sversata nel mare? Quando sulla statale si accumulano le montagne di spazzatura? Quando nell’unica villetta del paese l’erba ha l’altezza di due metri?
Perché danza, calcetto, centri commerciali, battesimi e frittolate sì, ma la scuola no? A chi dobbiamo chiedere aiuto non avendo risorse economiche sufficienti per rivolgersi al TAR? Perché il governo non ci vede? Perché i sindaci dei piccoli paesi emettono le ordinanze che non tengono conto delle linee guida nazionali??? Cosa dobbiamo fare?”
Grazie di cuore,

Lettera firmata