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martedì, 16 Aprile, 2024
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L’operazione “Rinascita-Scott” resa possibile dall’integrità e professionalità dei Carabinieri

Catanzaro – La maxi-operazione che ha smantellato 13 cosche Vibonesi e svelato intreci tra mondo criminale, politico, imprenditoriale ha visto un lavoro lungo e meticoloso da parte delle varie compagini dell’Arma dei carabinieri che hanno agito non solo in Calabria ma anche in altre regioni italiane.
“Se non c’è sinergia, i risultati non sono raggiungibili – ha detto il comandante interregionale dei carabinieri Luigi Robusto. Il fatto che non ci siano latitanti non sarebbe stato possibile senza l’integrità degli uomini che hanno operato. Si parla di ‘ndrangheta ma c’è chi vive per combatterla, non a parole ma con i fatti. Sono prossimo al congedo e non pensavo di chiudere la carriera così”. Il comandante del Ros Pasquale Angelosanto ha evidenziato come l’inchiesta sia servita a “documentare le dinamiche e gli assetti interni delle cosche del vibonese, individuando gli affari illeciti fatti di estorsioni, usura, droga ma anche di 4 omicidi, un tentato duplice omicidio ed un tentato omicidio.”
“E’ stata – ha detto il comandante della Legione carabinieri Calabria Andrea Paterna – un’indagine lunga, complessa, laboriosa, condotta con abnegazione e sagacia e grande professionalità. Oggi si scrive una pagina importante non solo per la Calabria”.
“L’operazione di oggi – ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Vibo Bruno Capece – è il risultato di tre anni di sacrifici di tanti uomini. Un sacrificio ripagato dall’area che si respirava stamani a Vibo con la gente alle finestre libera di salutare i carabinieri”.
Il comandante del nucleo investigativo dei carabinieri di Vibo Valerio Palmieri ha evidenziato come le “strutture di ‘ndrangheta si interfacciavano con esponenti politici, istituzionali e, nel palazzo di giustizia di Vibo, con rappresentanti a livello di quadri”.
“Ci siamo trovati a fronteggiare un nemico – ha detto il comandante del secondo reparto investigativo del Ros Massimiliano D’Angelantonio – che conosceva in anticipo le nostre mosse grazie. Avvocati come Pittelli e professionisti a loro collegati fornivano loro notizie. Difficoltà superate grazie alle sinergie tra reparti ed al lavoro della Dda”.
L’ufficiale ha poi spiegato che il nome Scott dato all’operazione è quello di un agente della Dea americana che ha collaborato con i Ros in numerose indagini sul narcotraffico ed è morto in un incidente stradale al suo rientro negli Stati Uniti. Il comandante del Ros di Catanzaro Giovanni Migliavacca ha sottolineato come “l’operazione sia stata possibile grazie al sostegno fornito dai vertici dell’Arma e di Gratteri”.

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