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sabato, 20 Aprile, 2024
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Eurispes: atto d’accusa contro la Regione Calabria per i fondi europei non spesi

Settembre è sempre stato il mese della ripartenza dopo la pausa estiva.
Soprattutto in un anno, il 2020, caratterizzato da tante chiusure forzate, dal lockdown imposto e obbligato per salvaguardare la salute dei cittadini, ri-partire non è più solo una consuetudine, ma la speranza di tutti.
Proveranno a ripartire la scuola e l’industria. Ripartiranno i meridionali che dal Sud torneranno a studiare o a lavorare a Nord. Prova a ripartire il Paese che si trova a dover fronteggiare un drammatico -12,08 di Pil nel secondo trimestre. Ma come per ogni partenza è necessario un Programma: una pianificazione attenta di risorse da impiegare ed obiettivi da raggiungere.
Abbiamo scelto di dedicare la nostra analisi proprio alla Programmazione della spesa dei Fondi Europei (FESR e FES in particolare).
Il 2020 coincide con la chiusura del Programma Europeo 2014-2020 e l’avvio della programmazione dei fondi per il prossimo settennio 2021-2027.
In pieno agosto abbiamo assistito a commenti e reazioni esaltanti per le performance della Regione Calabria circa gli obiettivi raggiunti e l’impegno della spesa (non l’attuazione della spesa) relativamente alle risorse del POR FESR 2014-2020.
Tuttavia, come emerge anche dal Rapporto Italia 2020, elaborato dal nostro Istituto, la percezione della spesa deifondi europei sul territorio è molto bassa e soprattutto l’efficacia della spesa delle risorse europee sul territorio è molto scarsa.
Infatti, se analizziamo il periodo 2007-2013, cioè l’ultimo Programma concluso (per il 2014-2020 si deve aspettare qualche mese, anche se i primi dati indicano un andamento simile, se non peggiore), la situazione fotografata nel 2014, è quella riportata in tabella (vedi sotto); emerge chiaramente la differenza, o meglio il ritardo, tra le risorse impegnate e quelle spese, o meglio, perse.
Lo stanziamento impegnato all’interno del FESR è stato di 1 miliardo 499.000 euro, e all’interno dell’FSE di 430 milioni di euro. La Calabria è riuscita a non spendere 951 milioni di euro del FESR e 173 milioni di euro dell’FSE, per un totale di 1 miliardo 125 milioni di euro.

Avere ottenuto risorse per coprire le spese certificate/impegnate, non significa quindi poter sostenere l’avvenuto impiego per la realizzazione di interventi e investimenti reali sul territorio.
Per il settennio 2014-2020, la Regione Calabria aveva individuato 14 assi prioritari sul POR (Programma Operativo Regionale) che è il contenitore delle risorse europee per lo sviluppo regionale (FESR e FES su tutti). Se analizziamo i 14 assi prioritari, cioè le scelte strategiche per lo sviluppo del territorio, notiamo che ben 9 di essi (Promozione della Ricerca e dell’Innovazione, Sviluppo dell’Agenda digitale, Efficienza energetica, Mobilità Sostenibile, Istruzione e formazione, Tutela e Valorizzazione del Patrimonio ambientale e culturale, Inclusione sociale, Sviluppo delle reti di Mobilità Sostenibile e Promozione dell’occupazione sostenibile) erano stati indicati quali prioritari già nella precedente programmazione. Ciò significa che in 7 anni (quindi dal 2007 al 2013) non solo non sono stati raggiunti gli obiettivi né impegnate tutte le risorse a disposizione (vedi tabella precedente); ma evidentemente non sono stati realizzati interventi tali da consentire di non considerare più come priorità ben 9 settori intesi come strategici per lo sviluppo socio-economico del territorio regionale.
E se osserviamo le anticipazioni del prossimo Programma Regionale POR FESR/FSE 2021-2027, le priorità sembrano essere ancora quelle degli anni precedenti.
Un altro dato che indica l’inefficienza della programmazione da cui consegue l’inefficacia della spesa è la distribuzione delle risorse.
Dalla verifica dell’elenco dei soggetti beneficiari del POR Calabria nel settennio 2014-2020 (dati ad agosto), notiamo subito il gap esistente tra i beneficiari pubblici ed i beneficiari privati.
Sono 671 milioni 518.235 i fondi stanziati in favore della Pubblica Amministrazione, a fronte di 246 milioni 959.057 (Fonte: S.I.U.R.P. Regione Calabria) una discrepanza che deve far riflettere soprattutto sul principio di solidarietà che è uno dei cardini su cui si fonda l’Unione europea e incide sulla percezione della spesa pubblica da parte dei cittadini e degli imprenditori.
Seppure sia corretto che gran parte delle risorse europee siano destinate alla spesa ed agli interventi diretti a favore delle PP.AA. in una Regione in perenne crisi di occupazione, inserita nell’elenco delle Regioni più depresse d’Europa, e che indica la Promozione dell’Occupazione tra i suoi Assi prioritari, tuttavia il mancato impiego da un lato e la mancata realizzazione degli interventi pubblici programmati, impongono una riflessione attenta in ordine alla programmazione futura ed alla destinazione dei fondi del nuovo POR.
Infine, occorre segnalare un altro elemento che contribuisce alla diffidenza e disaffezione verso gli aiuti comunitari da parte della collettività che è dato dai ritardi procedurali nell’attuazione dei bandi.
Dal momento della pubblicazione del bando e fino alla erogazione del contributo passa molto tempo; troppo per chi (il privato) confida di avviare ovvero realizzare i propri investimenti mediante il supporto di finanziamenti pubblici.
Emblematico è il caso di una misura del POR Calabria (2014-2020) relativa ad un bando su start up e spin off che a distanza di quasi tre anni non ha ancora pubblicato gli esiti, oggetto anche di una Interrogazione prioritaria con richiesta di risposta scritta alla Commissione (IT P-004229/2020).
A seguito della suddetta, è intervenuta il 20 agosto u.s. la risposta della Commissaria Europea per la Coesione e le Riforme: «Nell’adempimento dei suoi compiti di supervisione e monitoraggio, la Commissione segue attentamente l’attuazione dei diversi programmi operativi, anche per quanto riguarda il lavoro dei piani di rafforzamento amministrativo. Dal punto di vista della Commissione il rafforzamento delle capacità amministrative e la riduzione della complessità delle procedure, con la conseguente accelerazione degli investimenti, costituiscono una priorità assoluta, come confermato nella relazione per paese e nelle raccomandazioni specifiche per paese più recenti».
Per la Ripartenza e per la efficace programmazione serve, utilizzando una sola parola, “Efficienza”. Quell’efficienza matrice di buone pratiche amministrative e politiche; quell’efficienza che aiuta a comprendere quali siano le reali esigenze di un territorio e che, di conseguenza, indirizza verso scelte strategiche. Quell’efficienza che è soprattutto sapersi rivolgere a figure professionali adeguate, in grado di stilare un bando, valutare le proposte e anche presentare progetti che abbiano ricadute positive sulla collettività.
Efficienza è capacità di rendimento e rispondenza ai propri fini, è sapiente gestione e pianificazione delle attività.
Ed è, purtroppo, tutto ciò che è mancato e continua a mancare in Calabria, fanalino di coda delle Regioni d’Europa che proprio nell’Europa (intesa come Istituzione) avrebbe potuto trovare la chiave di volta per la propria rinascita, ma che invece non è riuscita a sfruttare quel tanto di buono che l’Unione “dona” ai suoi 27 “figli”.
Confidiamo nella nuova programmazione dei Fondi Strutturali e del Fondo di Coesione grazie ai quali viene finanziata la possibilità di investire per realizzare infrastrutture in diversi settori strategici, con la concreta prospettiva di crescita e miglioramento per il territorio.
E confidiamo che si dia corso, finalmente, ad una programmazione efficace, frutto di lungimiranza amministrativa, che impieghi competenze tecniche specializzate e valorizzi le risorse interne alla P.A., favorendo il passaggio dalla burocrazia asfittica ed inconcludente ad una azione di dinamicità e performance elevate, che agevoli la percezione della spesa pubblica e dell’impiego delle risorse europee per le reali esigenze del territorio, delle imprese e dei cittadini calabresi.
Maurizio Lovecchio
Direttore della sede Eurispes della Calabria

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